La parola “traghettatore” evoca in me un senso di inquietudine, un ricordo di quegli anni in cui l’ambiente calcistico sembrava essersi trasformato in una giungla dai comportamenti sempre più spregiudicati. Un allenatore come Igor Tudor non può essere considerato solo come un traghettatore; la sua esperienza, i suoi traguardi e le sue sfide sono ancora di rilevanza attuale. Se perde cinque gare consecutivamente è destituito dalla panchina della Juventus, ma è difficile definirlo semplicemente con quel termine.C’è un’altra faccia di questa realtà: l’imprevedibilità dei risultati sportivi è un fattore che accomuna il mondo calcistico a quello reale. Un allenatore può pianificare i suoi passi per anni, ma la sconfitta in una singola partita può cambiargli il destino, nonostante le intenzioni e le previsioni possano essere dettate dall’esperienza.Ecco perché è così importante stare attenti alle conseguenze di ogni nostro atto, perché l’imprevedibilità della vita è la stessa che si applica anche al mondo del calcio. La programmazione lungimirante è necessaria per affrontare le sfide quotidiane. Ma non dobbiamo dimenticare che il presente e il futuro devono essere visti come due facce della medaglia, entrambi fondamentali per la costruzione di un’opera solida.Non dimentichiamoci mai che ogni giorno è una nuova sfida. Non possiamo prevedere con certezza i risultati delle nostre azioni; nonostante questo, non dobbiamo smettere di lavorare sul presente e su quanto possiamo raggiungere nel futuro.In fin dei conti, la vera questione è quella di riuscire a bilanciare la programmazione con l’attualità. C’è sempre un equilibrio da mantenere tra prospettiva e attualità; proprio come nell’allenamento quotidiano, in cui il focus sul presente deve essere accompagnato dalla preoccupazione per il futuro.