Il degrado delle case ATC di Leini, in particolare nel complesso di via Lombardore 294, emerge come una fotografia impietosa di una problematica più ampia che affligge il patrimonio edilizio pubblico.
Le crepe sui muri, il deterioramento dei balconi e la presenza di alloggi abbandonati non sono semplici imperfezioni estetiche, ma manifestazioni di un disinvestimento cronico e di una gestione complessa che coinvolge diversi attori istituzionali.
La vicenda trascende la mera necessità di interventi di manutenzione ordinaria, sollevando interrogativi profondi sulla responsabilità e sull’efficacia delle politiche abitative.
La segnalazione degli inquilini, prontamente recepita dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Torella, ha innescato un percorso di confronto con l’Agenzia Territoriale per la Casa, evidenziando una dissonanza tra le esigenze concrete dei residenti e le risposte finora erogate.
L’elemento più critico risiede nella compresenza di alloggi invenduti e inoccupati in un contesto di forte domanda abitativa, un paradosso che amplifica il senso di frustrazione e ingiustizia percepito dalla comunità.
La natura giuridica delle abitazioni, di proprietà del Comune di Torino pur essendo gestite dall’ATC, complica ulteriormente la questione, richiedendo un coordinamento istituzionale che si è rivelato finora carente.
L’incontro tra i rappresentanti dei Comuni di Leini e Torino, e l’impegno successivo degli uffici tecnici, segnalano un tentativo di sbloccare la situazione, ma la sua traduzione in azioni concrete resta ancora un obiettivo da raggiungere.
La situazione delle case ATC di Leini si contrappone nettamente a quella delle abitazioni popolari gestite dal Consorzio Intercomunale Torinese (CIT), un esempio virtuoso di innovazione sociale e sostenibilità ambientale.
L’adesione del CIT alla rete Solar Valley ETS apre scenari inediti, con l’obiettivo di trasformare gli edifici residenziali in veri e propri laboratori di transizione ecologica.
L’installazione di pannelli solari, la creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili e la conseguente riduzione dei costi energetici rappresentano un modello di sviluppo integrato che coniuga l’inclusione sociale con la tutela dell’ambiente.
Questo approccio lungimirante, in contrasto con il disinvestimento che affligge le case ATC di Leini, suggerisce una profonda riflessione sulle priorità e sulle strategie da adottare per garantire il diritto alla casa in modo equo e sostenibile.
Il caso del CIT offre un’ispirazione, un percorso da seguire per risolvere la crisi abitativa e promuovere un futuro più giusto e rispettoso dell’ambiente.
L’implementazione di pratiche innovative come quelle del CIT potrebbe, auspicabilmente, estendersi anche alle case ATC di Leini, restituendo dignità e speranza a chi vive in condizioni di disagio abitativo.







