Incendio a Coassolo: un’indagine complessa tra responsabilità e prevenzioneLe indagini condotte dai Carabinieri Forestali di Viù e Ala di Stura hanno portato a una conclusione preliminare sull’incendio boschivo che ha colpito Coassolo (TO) il 27 novembre scorso.
L’evento, verificatosi in un delicato ecosistema di castagneti situato sul versante meridionale del Monte Vaccarezza, a un’altitudine di 800 metri, ha coinvolto circa 10 ettari di superficie boschiva e solleva interrogativi significativi sulla gestione del territorio e sulla prevenzione del rischio incendi.
L’incendio, scoppiato intorno alle 10:30, ha immediatamente mobilitato un’ampia squadra di soccorso, composta da Vigili del Fuoco e unità dell’Associazione Italiana dei Balzane (A.
I.
B.
) della Regione Piemonte.
L’intervento tempestivo, supportato anche dall’impiego di un elicottero della Protezione Civile, è stato cruciale per contenere le fiamme e impedire che si propagassero verso la borgata di Case Tita, limitando i danni potenziali alle proprietà e alla sicurezza della popolazione.
Circa dieci mezzi terrestri sono stati impiegati per il controllo e la bonifica del perimetro.
Le indagini, condotte con rigore e meticolosità, si sono concentrate sull’esame delle attività antropiche che si svolgevano nelle immediate vicinanze dell’area interessata.
In particolare, l’attenzione si è rivolta verso il proprietario di un fondo agricolo, sorpreso a svolgere operazioni di pulizia del terreno.
Le sue dichiarazioni, confrontate con la testimonianza di altri residenti e con i riscontri derivanti dai sopralluoghi tecnici, hanno fornito elementi che hanno portato alla sua segnalazione all’Autorità Giudiziaria.
L’episodio non è semplicemente un incidente isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di crescente vulnerabilità del territorio montano.
Il cambiamento climatico, con l’aumento delle temperature e l’intensificarsi delle ondate di calore, aumenta il rischio di incendi, rendendo la gestione della biomassa e la prevenzione del rischio sempre più cruciali.
La pratica dell’abbruciamento di sterpaglie, spesso eseguita senza le dovute precauzioni, rappresenta un fattore di rischio significativo, soprattutto in condizioni di siccità.
L’indagine in corso mette in luce la necessità di una maggiore consapevolezza da parte dei proprietari terrieri sull’importanza di adottare pratiche agricole sostenibili e di rispettare le normative in materia di prevenzione incendi.
Parallelamente, è fondamentale rafforzare i controlli e i sistemi di sorveglianza del territorio, nonché promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione.
La salvaguardia del patrimonio naturale e la sicurezza delle comunità montane richiedono un impegno congiunto tra istituzioni, forze dell’ordine, corpo forestale e cittadini, ponendo al centro la responsabilità collettiva e la cultura della prevenzione.
La segnalazione all’Autorità Giudiziaria rappresenta un passaggio formale che dovrà essere seguito da ulteriori accertamenti per definire con certezza le responsabilità e valutare eventuali sanzioni, ma soprattutto sollecita una riflessione più ampia su come proteggere il nostro ambiente.








