Ivrea: Zona Rossa prorogata e necessità di un’analisi più ampia delle dinamiche criminaliLa persistente situazione di emergenza sicurezza a Ivrea ha determinato la proroga, disposta dal Prefetto di Torino, Donato Cafagna, della “zona rossa” attorno all’area del Movicentro e della stazione ferroviaria, estendendola fino al 31 gennaio 2026.
Questo provvedimento, già oggetto di due precedenti proroghe dal marzo 2025, testimonia la gravità e la continuità delle problematiche che affliggono il territorio.
L’adozione della zona rossa, caratterizzata da un rafforzamento della vigilanza e misure preventive, è stata resa necessaria dall’escalation di episodi di microcriminalità che hanno colpito la città a partire da novembre 2023.
Furti, scippi, rapine, atti vandalici, aggressioni e spaccio di droga, spesso perpetrati da gruppi di minori, hanno creato un clima di insicurezza percepita dalla popolazione e hanno imposto un intervento urgente da parte delle autorità.
L’irruzione di queste “baby gang” ha esposto una vulnerabilità sociale che necessita di un’indagine più approfondita, che vada oltre la semplice repressione.
I dati preliminari, relativi ai primi sei mesi di vigenza della zona rossa, indicano un’intensa attività di controllo, con quasi 10.000 persone identificate e circa 400 soggetti con precedenti allontanati dall’area interessata.
È significativo notare come una parte considerevole di questi individui presenti segnalazioni pregresse e provenga da contesti stranieri, suggerendo una potenziale connessione con dinamiche migratorie complesse e una necessità di strategie di integrazione più efficaci.
L’applicazione del divieto di accesso urbano per chi presenta precedenti penali o comportamenti pericolosi rappresenta una misura restrittiva, ma volta a garantire la sicurezza pubblica.
Tuttavia, la situazione attuale non può essere considerata risolta.
Una delegazione di Fratelli d’Italia Ivrea, guidata da Andrea Cantoni e Fabrizio Lotito e affiancata dalla parlamentare Augusta Montaruli, ha espresso al Prefetto la preoccupazione per la crescente diffusione di fenomeni simili in altre aree della città.
Corso Botta, Corso Massimo d’Azeglio, Piazza Freguglia, Piazza Gioberti, Via Aldisio e Porta Aosta sono state individuate come aree a rischio, dove si manifestano segnali premonitori di un deterioramento della sicurezza.
La richiesta di estendere i controlli a queste zone non è solo una questione di ampliamento territoriale, ma riflette la consapevolezza che il problema non è circoscritto alla zona della stazione.
È necessario un’analisi più ampia delle cause profonde che alimentano la criminalità giovanile, che tenga conto di fattori sociali, economici e culturali.
L’aumento della microcriminalità può essere un sintomo di disaffezione, marginalizzazione e mancanza di opportunità per i giovani.
È auspicabile che l’amministrazione comunale, in collaborazione con le forze dell’ordine e le associazioni del territorio, sviluppi un approccio integrato che preveda non solo misure di prevenzione e repressione, ma anche interventi di sostegno e recupero per i giovani a rischio, promuovendo l’inclusione sociale e offrendo alternative concrete alla criminalità.
L’efficacia di un modello di sicurezza urbana sostenibile richiede un impegno condiviso e un approccio multidisciplinare che coinvolga tutti gli attori sociali.
La semplice prolungata presenza di forze dell’ordine, seppur necessaria, non può rappresentare l’unica risposta a un problema complesso e multifattoriale.





