cityfood
cityeventi
domenica 16 Novembre 2025

Legge Calderoli: Montagne a rischio, scontro tra Comuni e Regione

Ridisegnare il Paesaggio Montano: La Legge Calderoli e le Sfide per le Comunità delle Valli Eporediesi e CanavesaneL’approvazione della nuova legge sulla montagna, promossa dal Ministro Roberto Calderoli, sta generando un intenso dibattito e preoccupazioni diffuse tra i Comuni delle valli eporediesi e canavesane, tradizionalmente caratterizzati da un profondo legame con il territorio montano.

La revisione dei criteri di definizione dei comuni montani, innalzati da una soglia di 400 a 600 metri sul livello del mare, introduce una discontinuità che rischia di compromettere l’identità, le risorse e le prospettive di sviluppo di numerose comunità.

Questa modifica, apparentemente tecnica, si traduce in una ridefinizione dello status di numerosi centri abitati, con conseguenze tangibili per l’accesso ai finanziamenti derivanti dal Fondo Nazionale Montano.

La perdita di questa denominazione, acquisita storicamente e funzionale all’ottenimento di contributi essenziali per infrastrutture, servizi e sostegno alle attività produttive locali, solleva interrogativi profondi sulla reale volontà di tutela e valorizzazione del tessuto montano italiano.

Le opposizioni, guidate dal Partito Democratico, denunciano un approccio ideologico che ignora le specificità regionali e le peculiarità dei diversi territori montani.

L’invito alla Giunta Cirio ad assumere una posizione di difesa delle aree alte piemontesi è un appello a riconoscere che la montagna lombarda, con le sue caratteristiche e sfide specifiche, non può fungere da modello univoco per l’intera penisola.

Si solleva il sospetto di una manovra politica volta a favorire interessi regionali a scapito della coesione nazionale.

La Lega, promotrice della legge, risponde alle critiche con un gesto di apparente generosità, annunciando l’allocazione di 6,4 milioni di euro destinati ai comuni canavesani confinanti con la Valle d’Aosta.
Questa misura, sebbene accolta con cauto ottimismo, non elimina le preoccupazioni legate alla ridefinizione dei criteri di montanità.
L’allocazione di fondi, inoltre, viene presentata come un tentativo di compensare gli svantaggi derivanti dalla mancanza di autonomia differenziata, rafforzando la narrazione politica legata alla proposta di autonomia regionale.

I finanziamenti, distribuiti tra diversi comuni con importi variabili, mirano a sostenere progetti infrastrutturali e attività produttive locali, ma la loro efficacia nel contrastare gli effetti negativi della nuova legge resta da valutare.
L’autonomia differenziata, al centro del dibattito politico, emerge come elemento cruciale per comprendere le dinamiche in gioco.

La proposta, sostenuta dalla Lega, mira a concedere maggiore autonomia gestionale alle regioni che lo richiedono, ma rischia di acuire le disparità territoriali e di minare il principio di solidarietà nazionale.
La questione della montagna, quindi, si intreccia con quella dell’autonomia regionale, amplificando le tensioni e rendendo più complesso il percorso verso una politica di sviluppo sostenibile e inclusivo per le aree marginali del Paese.

La sfida per il futuro sarà quella di trovare un equilibrio tra la valorizzazione delle identità locali e la garanzia di un’equa distribuzione delle risorse, evitando che la montagna italiana diventi preda di logiche politiche e di interessi regionali.

La composizione della commissione di esperti, incaricata di affinare i criteri di applicazione della legge, assumerà quindi un ruolo determinante nel mitigare le conseguenze negative e nel garantire una visione più ampia e condivisa del futuro della montagna italiana.

- pubblicità -
- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap