Il Ponte sul Chiusella: Un’opera complessa tra urgenze, criticità e responsabilità condiviseLa vicenda del ponte sul Chiusella, cruciale infrastruttura per la viabilità del Canavese, si articola attorno a una tensione palpabile tra la necessità impellente di garantire la sicurezza dei cittadini e le inevitabili complessità intrinseche a un’opera di risanamento e adeguamento strutturale.
Le recenti dichiarazioni dell’onorevole Alessandro Giglio Vigna (Lega) e le contestazioni del consigliere regionale Alberto Avetta (Pd) hanno riacceso il dibattito, evidenziando una frattura politica che rischia di oscurare le reali sfide tecniche e gestionali che il cantiere si trova ad affrontare.
L’impegno del deputato Giglio Vigna, con la promessa di monitorare costantemente i lavori tramite aggiornamenti periodici all’Anas, testimonia la volontà di trasparenza e l’attenzione rivolta alle esigenze del territorio.
L’apertura prevista per gennaio 2026, pur rappresentando una data da raggiungere con rigore, non deve essere considerata un traguardo assoluto, bensì un obiettivo da perseguire ottimizzando i tempi senza compromettere la qualità dell’intervento.
È fondamentale contestualizzare le polemiche nell’ambito di un progetto che si è rivelato più complesso del previsto.
La necessità di intervenire era inequivocabile: la preesistente struttura, compromessa da anni di stress e agenti atmosferici, rappresentava un rischio potenziale per la sicurezza.
La decisione di procedere con un intervento radicale, finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha richiesto un investimento significativo e l’adozione di soluzioni tecniche avanzate.
Attribuire la responsabilità dei rallentamenti a figure istituzionali come il Ministro Salvini, come suggerito dalle contestazioni del consigliere Avetta, appare una semplificazione eccessiva e una strumentalizzazione politica.
La gestione di un cantiere di questa portata coinvolge una pluralità di attori – Anas, impresa esecutrice, progettisti, tecnici – e l’imprevisto è un elemento intrinseco a qualsiasi opera di questo genere.
Questioni geologiche, problematiche relative alla fornitura di materiali, difficoltà operative non prevedibili in fase di progettazione possono inevitabilmente impattare sui tempi di realizzazione.
L’Anas ha ribadito il proprio impegno, fornendo risposte concrete alle sollecitazioni provenienti dal territorio e specificando le attività in corso, che vanno oltre il rifacimento della sola corsia in direzione Ivrea, includendo interventi su cordoli, travi e giunti.
L’impresa esecutrice, in accordo con Anas, sta rivedendo il cronoprogramma per cercare di ridurre i tempi di esecuzione e, potenzialmente, eliminare la deviazione del traffico prima del periodo natalizio.
Parallelamente, la questione del casello di San Bernardo, collegata alla costruzione del nuovo ospedale di Ivrea, sottolinea l’interconnessione tra infrastrutture di trasporto e servizi essenziali.
La sollecitazione di un’accelerazione da parte del Pd, in questo contesto, appare paradossale, considerando la sua attuale gestione della Città di Ivrea, chiamata a compiere il primo passo in collaborazione con gli enti superiori.
La vicenda del ponte sul Chiusella rappresenta, in definitiva, un esempio emblematico delle sfide che accompagnano la realizzazione di opere pubbliche complesse.
È auspicabile che il confronto politico si concentri sulla ricerca di soluzioni concrete, evitando accuse infondate e promuovendo una cultura della responsabilità condivisa, con l’obiettivo primario di garantire la sicurezza e la mobilità dei cittadini del Canavese.
La trasparenza, l’ascolto dei territori e la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti sono elementi imprescindibili per superare le difficoltà e portare a termine un’opera strategica per lo sviluppo del territorio.





