Proteste al Zerboni: un attacco alla scuola e al dialogo.

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La recente visita del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, presso l’Istituto Zerboni, un contesto scolastico situato in una zona periferica di Torino, ha risvegliato dinamiche preoccupanti che meritano un’analisi approfondita.

Apprezziamo il suo impegno a instaurare un dialogo diretto con la comunità scolastica – studenti, docenti, personale e territorio – un approccio essenziale per comprendere le sfide specifiche che affliggono il sistema educativo.

Tale gesto dimostra una volontà di ascolto e una sensibilità verso le realtà scolastiche più marginali, spesso silenziate.
Le manifestazioni di dissenso che hanno accompagnato la visita, purtroppo, hanno assunto forme inaccettabili.

I fischi, gli insulti, l’uso di fumogeni e i tentativi di forzare le barriere di sicurezza rappresentano una grave escalation di intolleranza e un attacco diretto non solo al Ministro, ma all’istituzione scolastica e al principio del confronto democratico.

Questi atti, lungi dall’essere espressioni legittime di dissenso, configurano un’aggressione alla civile convivenza e un’offesa alla professionalità di chi lavora quotidianamente nel campo dell’istruzione.

La presenza massiccia delle Forze dell’Ordine, necessaria per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza di tutti, sottolinea l’escalation della tensione e l’urgenza di affrontare le cause profonde di tali comportamenti.
Un episodio come questo, che avrebbe potuto essere un’occasione di scambio costruttivo, si trasforma, con amarezza, in un triste sintomo di un malessere più ampio.
A Torino, come in altre città, assistiamo a una reiterazione di scenari analoghi, che rivelano una crescente difficoltà a gestire il dissenso in maniera pacifica e rispettosa delle regole.
È imperativo contrastare ogni forma di intimidazione e di tentativo di soffocare il dialogo.

La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma non può essere esercitata a costo di violare la dignità altrui e di compromettere la sicurezza.
È necessario un ripensamento profondo del modo in cui affrontiamo le sfide educative e sociali, promuovendo attivamente l’educazione civica, il rispetto delle istituzioni e la cultura del dialogo.

La scuola deve essere un luogo di crescita e di confronto, dove ogni voce possa essere ascoltata e ogni opinione possa essere espressa con rispetto, senza ricorrere alla violenza e all’intimidazione.

La riaffermazione dei valori democratici e l’impegno per una convivenza civile sono pilastri imprescindibili per il futuro del nostro Paese.