Turni senza riposo per oltre 50 giorni, strutture degradate e ostacoli all’attività sindacale: il sindacato chiede un intervento immediato del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Situazione esplosiva alla Casa Circondariale di Ivrea, dove il Si.N.A.P.Pe – Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria denuncia “una diffusa e intollerabile illegittimità” nella gestione del personale e nelle condizioni strutturali dell’istituto. Un quadro che, secondo il sindacato, comprometterebbe gravemente non solo la salute e la sicurezza degli agenti, ma anche la stessa operatività del carcere.
Turni massacranti e norme violate
Al centro della contestazione vi sono le condizioni di lavoro di alcuni agenti che, secondo il sindacato, non avrebbero usufruito del riposo settimanale per oltre 50 giorni consecutivi, in aperta violazione delle norme contrattuali e della tutela costituzionale del lavoratore.
Il Si.N.A.P.Pe segnala inoltre:
- turni notturni senza il necessario stacco minimo di 8 ore dal turno precedente;
- ricorso sistematico allo straordinario oltre le 9 ore continuative;
- una programmazione carente e inefficace.
Una gestione che, per il sindacato, configura un rischio evidente per l’integrità psicofisica del personale.
Strutture in condizioni critiche
Alle irregolarità nei turni si sommano, secondo la denuncia, gravi criticità strutturali: gabbiotti di sorveglianza senza vetri né vetrocamera, servizi igienici fatiscenti, soffitti coperti di muffa, cavi elettrici scoperti e persino un cancello non funzionante che comprometterebbe la sicurezza operativa.
“Ostruzionismo verso l’attività sindacale”
Il Si.N.A.P.Pe denuncia anche condotte che definisce “lesive delle prerogative sindacali”, tra cui:
- negazione di permessi urgenti;
- richieste ritenute illegittime sulle motivazioni delle presenze sindacali;
- ingressi ostacolati ai dirigenti sindacali che operano da oltre vent’anni nell’istituto.
Un comportamento che, secondo il sindacato, configurerebbe una violazione della libertà sindacale.
Le parole dei vertici sindacali
Il vice segretario regionale Matteo Ricucci parla di “vulnus intollerabile”:
«L’assenza di riposo per oltre 50 giorni è una violazione enorme e inconcepibile in qualunque contesto, tanto più in un’amministrazione che dovrebbe garantire legalità. Il personale lavora in un ambiente insalubre e pericoloso. Pretendiamo che la situazione venga riportata immediatamente nella legalità».
Per il segretario nazionale Raffaele Tuttolomondo, il quadro è altrettanto grave:
«Si tratta di una mala gestio che compromette diritti fondamentali e la capacità operativa dell’istituto. La reiterazione delle violazioni impone un intervento urgente del DAP per accertare responsabilità e ripristinare condizioni accettabili».
L’appello: “Serve un intervento immediato”
Il Si.N.A.P.Pe conclude chiedendo al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria un’azione rapida e risolutiva per tutelare i lavoratori e ristabilire la legalità nella struttura eporediese, oggi – secondo quanto denunciato – attraversata da “enorme malumore e forte tensione professionale”.








