Nel corso di un’articolata operazione, le forze dell’ordine hanno portato a termine l’arresto di due individui, rispettivamente di trentatré e quarantuno anni, accusati di una serie di furti aggravati perpetrati ai danni di anziani residenti in diverse località del Torinese tra marzo 2024 e marzo 2025.
Le misure cautelari disposte dal magistrato, che contemplano l’applicazione della custodia cautelare in carcere e l’arresto domiciliare, segnano un punto di svolta in un’indagine complessa, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Torino, Giovanni Bombardieri.
L’inchiesta, condotta con metodo scientifico dalla squadra mobile, è nata dall’attenta comparazione di elementi e dinamiche ricorrenti in episodi di furto apparentemente isolati.
L’analisi forense ha permesso di individuare una precisa “firma” operativa: i malviventi, presentandosi come tecnici specializzati in impianti di riscaldamento, si introducevano nelle abitazioni delle vittime, anziani spesso soli e vulnerabili, sfruttando la loro fiducia e ingenuità.
La scusa del controllo ai termosifoni o alle tubature dell’acqua rappresentava il pretesto ideale per accedere agli interni e compiere le rapine.
L’abilità investigativa della polizia ha permesso di ricostruire gli spostamenti dei presunti responsabili, tracciando le rotte utilizzate per raggiungere le residenze delle vittime, localizzate nei comuni di Grugliasco, Pinerolo, Vinovo e Rivoli.
Il valore complessivo della merce sottratta, stimabile in circa cinquantaduemila euro, include non solo gioielli e denaro contante, ma anche oggetti di inestimabile valore affettivo, privando le vittime di ricordi indelebili e provocando un profondo trauma psicologico.
L’indagine, ora all’attenzione della magistratura, mira a ricostruire la rete di relazioni che ha sostenuto questa attività criminosa, al fine di individuare eventuali complici e smantellare la presunta organizzazione dedita alla depredazione di persone anziane.
Si tratta di un fenomeno che, purtroppo, mette in luce la crescente necessità di rafforzare i controlli e promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione, soprattutto ai più fragili, al fine di prevenire ulteriori episodi di questo genere e restituire alle vittime un senso di sicurezza e tranquillità.
L’appartenenza dei presunti responsabili a nuclei familiari di etnia sinti, residente in provincia di Torino, introduce una dimensione etno-sociale che richiede un’analisi più ampia e attenta, evitando generalizzazioni e stigmatizzazioni, e concentrandosi sull’efficacia delle politiche di inclusione e contrasto alla marginalità.









