Quarant’anni di lotta per la giustizia e la memoria: l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo (Aiviter) celebra un traguardo significativo, segnato da un impegno incessante a favore delle vittime e a difesa dei valori democratici.
La cerimonia, tenutasi a Torino presso Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale, ha rappresentato un momento di riflessione e di riconoscimento del ruolo cruciale svolto dall’associazione nel tessuto sociale italiano.
Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale del Piemonte, ha aperto i lavori sottolineando la natura poliedrica di Aiviter: un’organizzazione nata dall’esperienza diretta del dolore, trasformato in forza propulsiva per la ricerca della verità e per la salvaguardia del diritto alla memoria.
Nicco ha evocato la resilienza di coloro che, pur portando le cicatrici indelebili di un passato traumatico, hanno scelto di non soccombere alla disperazione, ma di trasformare la sofferenza in un atto di civica responsabilità.
Il presidente di Aiviter, Roberto Della Rocca, ha ripercorso le tappe fondamentali della storia dell’associazione, focalizzandosi sull’importanza di Torino, città simbolo degli “anni di piombo”.
Il 20 marzo 1985, in un contesto di profonda inquietudine sociale, un gruppo di persone accomunate dal dolore e dalla volontà di non dimenticare, fondarono l’associazione.
Maurizio Puddu, Giovanni Berardi, Adele Andreis vedova Casalegno, Antonio Cocozzello, Severa Marone vedova Croce, Leone Ferrero, Mario Deorsola, Dante Notaristefano, Sergio Palmieri e Giovanni Picco, figure che incarnano la fragilità umana di fronte alla violenza terroristica, posero le basi per un’organizzazione che avrebbe fatto della difesa dei diritti delle vittime il suo scopo primario.
La proiezione del documentario “Anni di Piombo a Torino” di Stefano Caselli, figlio del magistrato Giancarlo, ha offerto un’immersione toccante in quegli anni bui, rievocando la complessità del fenomeno terroristico e il suo impatto devastante sulla comunità.
Torino, ha ribadito Nicco, ha pagato un prezzo altissimo per la violenza politica, sperimentando in prima persona la precarietà della vita e la fragilità delle istituzioni.
Questa eredità, però, non deve essere dimenticata, ma piuttosto costituire un monito costante.
L’associazione Aiviter, in questo senso, rappresenta un baluardo contro l’oblio, un punto di riferimento per le vittime e per chiunque creda nella necessità di difendere i principi fondamentali della democrazia.
La riflessione si è estesa al presente, con Nicco che ha espresso preoccupazione per i segnali di un clima sociale sempre più polarizzato, caratterizzato da toni aggressivi, disinformazione e tentativi di intimidazione.
L’eco degli “anni di piombo” risuona oggi in nuove forme di violenza verbale e digitale, che minano il rispetto reciproco e il confronto civile.
L’associazione Aiviter, con la sua storia di coraggio e di impegno, si conferma quindi come un esempio prezioso per contrastare queste derive e per promuovere una cultura della legalità, della tolleranza e della memoria condivisa, affinché simili tragedie non si ripetano mai più.








