La persistente presenza di Askatasuna in Piemonte costituisce una profonda frattura con i principi fondanti della convivenza civile e della legalità democratica.
Per tre decenni, questa realtà, operando al di fuori dei confini giuridici, ha reiteratamente sfruttato questioni complesse e sensibili – come il progetto Tav, la questione Imam, o i conflitti in Palestina – come pretesto per azioni di aggressione nei confronti delle forze dell’ordine, atti vandalici contro il patrimonio pubblico, e violazioni della proprietà privata, culminate in episodi clamorosi come l’assalto alla redazione de La Stampa.
Un comportamento che, a detta del Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha esaurito ogni possibile giustificazione e avrebbe dovuto incontrare una risposta decisa ben trent’anni fa.
La tolleranza dimostrata finora nei confronti di Askatasuna rappresenta una vulnerabilità del sistema, un’anomalia che mina l’autorità dello Stato e incide negativamente sulla percezione di sicurezza della comunità.
Il Presidente Cirio sottolinea con forza come la Regione abbia costantemente sollevato questa problematica, riconoscendo con apprezzamento l’intervento delle istituzioni statali – Forze dell’Ordine, Magistratura, Ministero dell’Interno – che ha portato allo sgombero della sede.
Questo intervento non deve essere interpretato come un atto di repressione indiscriminata, bensì come una necessaria affermazione della supremazia della legge, una dimostrazione tangibile che l’ordinamento giuridico non è negoziabile.
È fondamentale, in questo contesto, superare la polarizzazione ideologica.
La natura politica delle azioni – siano esse attribuibili a gruppi di estrema sinistra o di estrema destra – è irrilevante.
Ciò che conta è la violazione del principio cardine della Costituzione italiana: il rispetto della legge, delle regole e, in ultima analisi, della libertà stessa, che non può esistere al di fuori di un quadro giuridico definito.
Permettere a gruppi autoproclamati al di fuori della legge di operare impunemente significa erodere le fondamenta della democrazia, creando un precedente pericoloso per tutte le altre comunità.
La legalità non è un optional, ma il presupposto imprescindibile per una convivenza pacifica e prospera.
L’azione dello Stato, in questo caso, si configura come un atto di tutela non solo della legalità, ma anche della libertà di tutti i cittadini.






