A Cuneo, in piazza Europa, si è insediato un punto focale di attivismo e riflessione dedicato alla situazione umanitaria e politica di Gaza: un presidio permanente che si configura come luogo di incontro e azione collettiva.
L’iniziativa, promossa dal coordinamento Cuneo per Gaza, si rivolge a una vasta platea di persone sensibili, invitando cittadini, gruppi informali, associazioni di ogni genere e realtà politiche e sociali a unirsi in un impegno condiviso.
Ogni sera, alle ore 18:00, la piazza si trasforma in un’agorà pubblica, denominata “Agorà Flotilla”, un’occasione per aggiornamenti costanti, discussioni aperte e la progettazione congiunta di iniziative concrete.
Questo spazio intende superare la semplice protesta, aspirando a diventare un centro nevralgico per la comprensione approfondita delle dinamiche in gioco e la definizione di strategie efficaci.
Il fulcro dell’azione è il sostegno alla Global Sumud Flotilla, un’iniziativa che incarna la volontà di rompere il silenzio e contestare l’ingiustizia.
Difendere la Flotilla non si limita a un gesto simbolico; significa affermare il primato del diritto internazionale, un sistema di norme spesso violato, e rivendicare la dignità intrinseca della popolazione palestinese, troppo spesso vittima di privazioni e sofferenze.
Il blocco imposto a Gaza rappresenta una violazione dei principi umanitari fondamentali e un ostacolo allo sviluppo economico e sociale della regione.
L’obiettivo è costruire a Cuneo una risposta solida e duratura, un impegno radicato nel tessuto territoriale, che si manifesti con visibilità, organizzazione e coerenza etica.
Questo significa promuovere una cultura della solidarietà, informare l’opinione pubblica, sostenere le organizzazioni che operano sul campo e sollecitare le istituzioni a intervenire per porre fine all’ingiustizia.
Si tratta di un impegno che trascende le semplici dichiarazioni di intenti, richiedendo un’azione concreta e coordinata per contribuire a un futuro più giusto e pacifico per la regione.
La risposta cuneese si configura dunque non come un mero atto di protesta, ma come un investimento nel futuro, un atto di speranza e un contributo attivo alla costruzione di un mondo più equo.