Gedi e La Stampa: istituzioni piemontesi in allarme

La complessa vicenda che coinvolge il gruppo Gedi, e in particolare il futuro de *La Stampa*, catalizza l’attenzione delle istituzioni regionali e comunali.
Il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, hanno espresso la loro preoccupazione e l’intenzione di monitorare da vicino l’evoluzione della situazione, riconoscendo il valore cruciale del quotidiano torinese per l’identità culturale e informativa del Piemonte.

L’annuncio di un incontro, previsto a Palazzo Civico, testimonia un approccio proattivo volto a coinvolgere le parti interessate: rappresentanti dell’Associazione Stampa Subalpina, i lavoratori del gruppo editoriale e i giornalisti de *La Stampa* stesso.

Questa scelta strategica mira a favorire un dialogo aperto e costruttivo, in un momento delicato per l’azienda e per l’ecosistema informativo locale.
Il Presidente Cirio ha sottolineato come l’impegno delle istituzioni piemontesi si estenda al sostegno di tutte le realtà aziendali in difficoltà, ma con una particolare sensibilità per il caso de *La Stampa*.
Il quotidiano non rappresenta semplicemente un’attività economica, ma un patrimonio storico e culturale di inestimabile valore, un punto di riferimento per l’opinione pubblica e un veicolo essenziale per la diffusione di informazioni e la promozione del dibattito democratico.

La sua sopravvivenza e la sua capacità di continuare a svolgere il suo ruolo di “cane da guardia” della società sono considerate prioritarie.
L’incontro a Palazzo Civico si configura come un’occasione per comprendere le dinamiche interne al gruppo Gedi, analizzare le possibili soluzioni per garantire la continuità del quotidiano e individuare misure di supporto concrete.

Si auspica che il dialogo possa portare a risultati positivi, preservando i posti di lavoro, salvaguardando la qualità dell’informazione e tutelando l’eredità culturale che *La Stampa* rappresenta per il Piemonte.

Il ruolo delle istituzioni locali si prospetta quindi non solo di osservatori attenti, ma di mediatori attivi e propositori di soluzioni sostenibili, nel rispetto dell’autonomia editoriale e della libertà di stampa.
La questione solleva, inoltre, interrogativi più ampi sulla tenuta del modello di business dei quotidiani, l’importanza del ruolo sociale dell’informazione e la necessità di ripensare le politiche di sostegno alla stampa locale in un’era di trasformazioni digitali radicali.

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