Il piano socio-sanitario regionale 2025-2030, presentato in aula, è al centro di un acceso dibattito politico, con le forze di opposizione che, pur riconoscendo la necessità di un quadro strategico a lungo termine, esprimono riserve significative e propongono un’ampia serie di modifiche sostanziali.
L’elaborato, frutto di un percorso partecipativo che ha visto l’ascolto di numerosi stakeholder e la revisione di precedenti lacune, solleva interrogativi cruciali sulla sua effettiva capacità di rispondere alle complesse sfide che il sistema sanitario piemontese si trova ad affrontare.
Daniele Valle, del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, ha sottolineato come le modifiche proposte dagli stessi emendamenti depositati mettano in luce le carenze iniziali del documento.
I tre mesi di lavoro intenso, dedicati all’analisi e all’integrazione di suggerimenti provenienti dalla società civile, hanno permesso una più approfondita comprensione delle criticità esistenti, ma non hanno eliminato le preoccupazioni circa la sua implementazione.
Gianna Pentenero (PD) evidenzia in particolare l’assenza di una chiara allocazione delle risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi delineati, un elemento fondamentale per la credibilità e l’efficacia del piano.
Sarah Disabato, capogruppo del Movimento 5 Stelle, critica l’approccio “alla giornata” della giunta Cirio, rimarcando come le problematiche strutturali, come la gestione dell’intramoenia e la sicurezza sul lavoro, rimangano irrisolte.
Vittoria Nallo, di Stati Uniti d’Europa per il Piemonte, sottolinea l’omissione di indicatori misurabili che consentano di valutare concretamente il progresso del piano nel corso degli anni.
Pur riconoscendo alcuni elementi di miglioramento, come l’introduzione della sanità transfrontaliera e l’attenzione verso le persone senza dimora, e lo screening neonatale esteso, le opposizioni ribadiscono la necessità di un’azione più incisiva e mirata.
Alice Ravinale (capogruppo Avs) ha evidenziato un progresso, seppur limitato, nel campo della salute mentale, mentre l’autosufficienza rimane un’area di profonda carenza.
Il piano riconosce l’importanza dei caregiver, ma finora non si sono concretizzate risposte adeguate.
Le opposizioni intendono insistere sul rafforzamento della medicina territoriale, affrontando la cronica mancanza di professionisti per le case di comunità e dedicando maggiore attenzione alla medicina penitenziaria, alla medicina di genere, alle dipendenze e al fenomeno del lavoro povero, spesso invisibile e sottovalutato.
In parallelo, la Commissione Sanità ha approvato emendamenti presentati dal gruppo di Fratelli d’Italia che riconoscono il ruolo strategico delle scuole e delle associazioni di volontariato nelle campagne informative sulla donazione, considerate risorse preziose per sensibilizzare giovani, famiglie e comunità.
La garante degli anziani di Alessandria, Paola Ferrari, ha espresso in audizione il desiderio di una sanità più umana, vicina agli anziani, attenta alle fragilità, al ruolo dei caregiver e all’assistenza domiciliare integrata, sottolineando l’importanza di un approccio che metta al centro la persona e non solo la patologia.
Il dibattito è aperto e l’approvazione finale del piano sarà segnata da una complessa negoziazione tra le diverse forze politiche, con l’obiettivo di definire un percorso strategico realmente in grado di rispondere alle reali esigenze del sistema sanitario regionale e di garantire una maggiore equità nell’accesso alle cure.






