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Piemonte: Opposizioni interrompono il Consiglio per Gaza

Il Consiglio regionale del Piemonte è stato teatro di un gesto di aperta dissidenza, con le opposizioni che hanno scelto di interrompere la consueta agenda istituzionale per sollevare un grido di allarme sulla catastrofe umanitaria in corso nella Striscia di Gaza.

L’azione, condotta congiuntamente da Partito Democratico, Azione del Piemonte e Movimento 5 Stelle, ha visto l’esposizione di cartelli con la scritta “Basta crimini di guerra”, un chiaro atto di accusa nei confronti delle politiche israeliane e dell’inerzia percepita del governo italiano.
L’iniziativa non si è limitata a un semplice gesto simbolico.
Precedentemente, le stesse forze politiche avevano proposto un ordine del giorno volto a sospendere ogni forma di cooperazione istituzionale con lo Stato di Israele, chiedendo al governo nazionale di interrompere qualsiasi supporto economico e militare, subordinandolo al pieno rispetto del diritto internazionale umanitario.
La proposta, all’epoca, non aveva trovato terreno fertile.
Le capogruppo Gianna Pentenero, Alice Ravinale e Sarah Disabato hanno espresso la loro indignazione per il rifiuto della Giunta Cirio e della sua maggioranza di affrontare apertamente la questione, accusandoli di silenzio e omessa vigilanza nei confronti del governo Meloni.

La richiesta è chiara: una condanna formale delle azioni israeliane, la sospensione immediata di qualsiasi legame istituzionale e, soprattutto, l’interruzione delle forniture di armamenti a Israele.
L’eco delle parole della Commissione d’inchiesta internazionale e indipendente delle Nazioni Unite, che denuncia un “genocidio in atto a Gaza”, rende urgente l’azione.
La situazione a Gaza City è descritta come una scena di devastazione.
L’ennesima offensiva militare israeliana sta decimando la popolazione civile, intrappolata in condizioni di vita disumane.

Centinaia di migliaia di persone lottano quotidianamente per sopravvivere, afflitte da fame, sete, malattie e vittime di spari e bombardamenti.

L’accusa è rivolta non solo al governo israeliano, ma anche al governo italiano e alla Regione Piemonte, accusati di una “complicità silenziosa” e di una deliberata omissione nel dibattito pubblico.

L’azione delle opposizioni piemontesi non è solo una protesta, ma un appello alla responsabilità morale e politica, volto a sollecitare un intervento concreto e a rompere il muro del silenzio che, a loro avviso, avvolge la tragedia di Gaza.

La richiesta è di un’azione che vada oltre la diplomazia formale, che si traduca in una pressione reale per un cessate il fuoco, per l’assistenza umanitaria e per il rispetto del diritto internazionale, a tutela della dignità e dei diritti fondamentali della popolazione gazzawi.
Il gesto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a stimolare un dibattito più ampio e approfondito sulla complessità del conflitto israelo-palestinese e sulle sue conseguenze umanitarie.

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