mercoledì 24 Settembre 2025
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Piemonte, via libera alla riforma dell’intramoenia: più trasparenza e controllo.

Il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato un complesso quadro normativo volto a riorganizzare e regolamentare l’esercizio della libera professione intramuraria all’interno delle strutture sanitarie regionali.

La delibera, proposta da Luigi Icardi (Lega), introduce linee guida precise e uno schema di regolamento tipo (Alpi) destinato a uniformare le pratiche e a garantire maggiore trasparenza nei confronti dei cittadini e dei professionisti.
L’approvazione, giunta a maggioranza, ha visto l’astensione dei gruppi di opposizione, sollevando interrogativi sulla piena partecipazione democratica del processo decisionale.
L’iniziativa si inserisce in un percorso legislativo più ampio, avviato a luglio con l’approvazione della legge regionale che mirava a definire modalità di esercizio uniformi sul territorio.

Il nuovo regolamento disciplina in dettaglio gli aspetti tecnici, i flussi economici, i criteri di definizione delle tariffe e impone l’utilizzo esclusivo di pagamenti digitali tracciabili, un elemento cruciale per la trasparenza e la prevenzione di irregolarità.

Azienda Zero assumerà il ruolo di coordinamento, stipulando convenzioni con i numerosi soggetti terzi pagatori (oltre 250) operanti nelle diverse aziende sanitarie, al fine di armonizzare le procedure e assicurare un controllo rigoroso delle attività.
Daniele Valle (Pd) ha sottolineato la rilevanza del regolamento in termini di trasparenza e uniformità, evidenziando come esso ristabilisca un rapporto più strutturato tra la Regione e gli enti assicuratori.
Tuttavia, ha espresso perplessità circa la forma con cui il provvedimento è stato approvato, auspicando che, in futuro, atti di tale complessità siano presentati come deliberazioni della Giunta regionale, in linea con le prassi consuete.

Sarah Disabato (M5s) ha sollevato una questione di competenza, sottolineando la necessità di garantire la conformità del regolamento regionale rispetto alla normativa nazionale per evitare potenziali contestazioni legali.
L’obiettivo primario, secondo Mauro Salizzoni (Pd), è di coordinare attività intramurarie spesso gestite in maniera disorganica e disomogenea, favorendo al contempo l’attrazione e la fidelizzazione delle migliori professionalità all’interno delle strutture pubbliche, assicurando così una equa distribuzione dell’accesso alle prestazioni sanitarie.
Alice Ravinale (Avs) ha criticato l’assenza dell’Assessore alla Sanità durante la discussione, definendo il documento “corposo e ambizioso”, capace di affrontare problematiche complesse che hanno storicamente ostacolato una gestione efficace dell’intramoenia.
Gianluca Godio (FdI) ha evidenziato l’importanza di una standardizzazione delle tariffe e delle modalità di pagamento, un aspetto cruciale per l’equità e la prevedibilità del servizio.

La delibera riconosce il diritto del professionista di esercitare l’attività intramoenia, privilegiando l’esecuzione all’interno delle strutture aziendali, ma prevede anche la possibilità di sostenere l’intramoenia “allargata” in caso di insufficiente disponibilità di spazi, sempre nel rispetto di un quadro regolamentare preciso.
L’obiettivo finale è quello di bilanciare la necessità di garantire un servizio efficiente e trasparente con la tutela dei diritti dei professionisti e la promozione di un sistema sanitario più equo e accessibile per tutti i cittadini piemontesi.
La normativa rappresenta un passo significativo verso una gestione più strutturata e controllata dell’intramoenia, con potenziali implicazioni sia per i professionisti che per i pazienti.

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