La Regione Piemonte si impegna a preservare l’eredità delle scuole di montagna, stanziando 433mila euro per il prossimo anno scolastico, con l’obiettivo di garantire un futuro sostenibile alle comunità alpine. L’approccio è duplice: da un lato, si lavorerà a mantenere le attività didattiche nei piccoli centri montani, anche quando il numero di studenti è limitato; dall’altro, ci si concentrerà su miglioramenti sostanziali dell’offerta formativa per contrastare lo spopolamento e assicurare la vitalità dei borghi più isolati.Questo impegno regionale ha permesso l’anno scorso di scongiurare la chiusura di sette scuole e due asili, oltre a consentire a 166 piccoli istituti montani di affrontare i costi necessari per migliorare la loro offerta didattica. Negli mesi successivi, la Regione Piemonte lancerà un bando rivolto alle Unioni Montane, per invitarle a presentare proposte progettuali volte a rafforzare il personale nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.Il sostegno alle scuole montane non è solo un impegno educativo; rappresenta una strategia precisa per difendere il diritto allo studio dei bambini residenti in queste aree geografiche. La vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino, dichiara: “La scuola non è solo un luogo di formazione; rappresenta un presidio culturale, sociale e civile. Mantenere le attività didattiche nei piccoli borghi significa investire nel futuro della nostra montagna, contrastare lo spopolamento e assicurare opportunità di formazione paritarie”.Grande attenzione e sensibilità è stata mostrata dall’assessore allo Sviluppo e alla Promozione della Montagna, Marco Gallo. Il sostegno alle scuole montane non si limita a un impegno educativo, ma rappresenta una delle strategie più efficaci per preservare la vitalità dei piccoli centri isolati.
Scuole di montagna, 433 milioni per il futuro sostenibile
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