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giovedì 23 Ottobre 2025

Torino e Action Aid: un incontro per la pace e la solidarietà.

L’incontro a Palazzo Civico tra il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e Abderrahmane Amajou, presidente di Action Aid Italia, ha rappresentato un momento significativo di riflessione e riconferma di valori fondanti per la comunità torinese.
Il rientro di Amajou dalla missione della Global Sumud Flotilla, segnato da un periodo di detenzione in Israele, ha conferito all’incontro una risonanza particolarmente intensa.
Lo Russo ha espresso l’importanza del sostegno ricevuto dai manifestanti italiani, sottolineando come la visione di piazze piene di persone che invocano la pace abbia offerto un sostegno morale cruciale per Amajou e per tutti i partecipanti alla Flotilla.
Questo legame transculturale, questa tangibile solidarietà, si è rivelata una fonte di speranza in un contesto globale segnato da crescenti tensioni.
Torino si è presentata, ancora una volta, come una città che rifiuta l’indifferenza, abbracciando i principi di giustizia, dialogo e, soprattutto, pace, come elementi costitutivi della propria identità civica.
In un’epoca in cui le narrazioni conflittuali sembrano dominare il dibattito pubblico, l’incontro si configura come un invito pressante: non essere meri testimoni, ma attivi artefici di un futuro pacifico, intessendo quotidianamente gesti e politiche orientate alla riconciliazione e alla cooperazione.

Abderrahmane Amajou, nell’illustrare il contesto della recente tregua, ha temperato l’entusiasmo con una lucida analisi delle dinamiche geopolitiche in atto.
La celebrazione del momento è condivisa, poiché riflette la gioia palpabile dei palestinesi, ma accompagnata dalla consapevolezza che tale accordo non risolve le problematiche strutturali e storiche legate all’occupazione dei territori.
L’effettiva liberazione, Amajou ha sottolineato, richiede un impegno molto più profondo e duraturo.

Tuttavia, la cessazione delle ostilità, la sospensione delle armi e l’apertura alla diplomazia – un canale diplomatico soffocato da anni di conflitto armato – rappresentano un passo avanti essenziale.

Riflettendo sul ruolo della Global Sumud Flotilla, Amajou ha evidenziato una verità scomoda: la sua esistenza stessa è sintomatica di un fallimento politico.

La necessità di organizzare iniziative umanitarie e di pressione internazionale è la diretta conseguenza della distanza tra la volontà dei popoli e le azioni dei decisori politici.

La Flotilla, quindi, non è un’alternativa alla diplomazia, ma una sua denuncia, un campanello d’allarme che invita a superare l’impasse e a riprendere il dialogo in un’ottica di giustizia e rispetto dei diritti umani.
L’incontro a Torino, in questo senso, si configura come un’occasione per rinnovare l’impegno a sostenere iniziative di pace e a promuovere un mondo più giusto e solidale.

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