Torino, Extinction Rebellion: Sleghiamo l’informazione contro la Rai

Questa mattina, Torino si è risvegliata con un atto di disobbedienza civile che ha trasformato l’ingresso della sede Rai in via Verdi in un palcoscenico di denuncia e richiesta di cambiamento.

Dieci attiviste di Extinction Rebellion, in occasione del giorno contro la violenza sulle donne, hanno condotto una performance carica di significato: legate tra loro da corde, con la bocca sigillata dallo scotch nero, hanno eretto uno striscione che recitava “Sleghiamo l’informazione”.

L’azione non è stata una semplice manifestazione, ma un grido contro una narrazione mediatica percepita come profondamente viziata, un’eco delle disuguaglianze e delle ingiustizie che permeano la società contemporanea.

La portavoce del movimento, Elsa, ha esplicitato la motivazione alla base dell’occupazione: la Rai, istituzione per eccellenza dell’informazione pubblica, viene accusata di non adempiere al suo ruolo di custode della verità, ma di veicolare messaggi distorti che offuscano la reale portata di alcune problematiche cruciali.

Questi temi, interconnessi come i fili che legano le attiviste, abbracciano una tragica triade: i femminicidi, la crisi ecoclimatica e il conflitto a Gaza.

Tre fronti di violenza che, secondo il movimento, vengono soffocati da un silenzio assordante, una forma di oppressione più subdola e pervasiva di qualsiasi aggressione fisica.
L’analisi dell’Osservatorio Step rivela una preoccupante tendenza nell’approccio dei media italiani ai femminicidi.

L’uso di termini come “raptus”, seppur in diminuzione, e la tendenza a generare empatia nei confronti dell’aggressore, anziché focalizzarsi sulla vittima e sulle cause strutturali della violenza, contribuiscono a depistare l’opinione pubblica e a minimizzare la gravità del fenomeno.
Parallelamente, la spettacolarizzazione dei casi di stupro e violenza sessuale perpetua una cultura dell’oggettificazione e dell’impunità.

La distorsione linguistica non si limita al campo della violenza di genere, ma si estende anche alla narrazione ambientale.
Il rapporto annuale dell’Osservatorio Pavia evidenzia come la crisi climatica venga spesso marginalizzata o ignorata, come dimostra l’esempio dell’ondata di calore di giugno, quando la sua connessione con il cambiamento climatico è stata raramente menzionata nei telegiornali serali.

L’azione di Extinction Rebellion non si limita a criticare, ma propone un’alternativa: un’informazione libera, critica, capace di smascherare le narrazioni distorte e responsabilizzare sia i cittadini che chi detiene il potere.
Un’informazione che dia voce alle vittime, che smetta di proteggere i carnefici e che ponga verità e giustizia al centro del dibattito pubblico.

Si tratta di un appello a riconquistare il ruolo cruciale dell’informazione come strumento di consapevolezza, di cambiamento sociale e di difesa dei diritti umani.

Un’informazione che non sia più un mero specchio della realtà, ma un potente faro capace di illuminare le ombre e di guidare l’umanità verso un futuro più equo e sostenibile.

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