mercoledì 10 Settembre 2025
14.4 C
Torino

Torino per Gaza: Mille Persone in Marcia per la Solidarietà

Sotto un cielo torinese plumbeo, segnato da una pioggia battente, si è materializzata una manifestazione di circa mille persone, un fiume umano che ha inondato le vie del centro cittadino.

L’evento, spontaneo e sentito, si è configurato come un chiaro atto di solidarietà verso la Global Sumud Flotilla, un’iniziativa di soccorso umanitario che mira a rompere l’assedio di Gaza.

Il corteo, partito da Piazza Castello, ha sfilato con un impatto visivo potente, innanzitutto grazie ad uno striscione di apertura che esprimeva inequivocabilmente la richiesta di un cambiamento radicale: “Blocchiamo tutto, rompere gli accordi con Israele”.

Il panorama era costellato da bandiere palestinesi, simboli di una resistenza che affonda le radici in una storia complessa e dolorosa, e la presenza massiccia di giovani studenti universitari ha proiettato la manifestazione verso il futuro, testimoniando un’eredità di impegno civile e un desiderio di giustizia globale.
L’itinerario del corteo, snodandosi attraverso Via Po e Via Accademia Albertina, ha attraversato il cuore pulsante della città, amplificando la risonanza delle rivendicazioni.
Gli slogan, gridati a squarciagola, non si sono limitati a denunciare la situazione, ma hanno esplicitamente indicato una precisa posizione: “Torino lo sa da che parte stare”, un richiamo all’impegno civico e alla responsabilità collettiva.

Il grido “Palestina libera dal fiume fino al mare” è stato più di uno slogan; è stata un’affermazione di aspirazione ad un futuro di convivenza, giustizia e autodeterminazione per il popolo palestinese, un anelito che evoca un territorio storico e culturale vasto e complesso.
I manifestanti, nel loro comunicato, hanno spiegato il motivo scatenante di questa mobilitazione: l’attacco, in Turchia, di un’imbarcazione diretta a Gaza, carica di aiuti essenziali per la popolazione locale.

Questo atto di violenza, perpetrato con l’uso di un drone, ha rappresentato un’ulteriore escalation nella repressione umanitaria e ha convinto i partecipanti alla manifestazione ad adottare un atteggiamento di forte determinazione.

La minaccia di “bloccare tutto” non è stata percepita come una provocazione, ma come una promessa di azione concreta, una dimostrazione di volontà di intensificare la pressione politica ed economica per porre fine all’assedio e al conflitto.

La manifestazione torinese si inserisce in un contesto globale di crescente preoccupazione per la situazione in Palestina.
Essa rappresenta un atto di solidarietà tangibile, un segnale chiaro di dissenso e un monito per i governi e le istituzioni internazionali affinché agiscano con urgenza per garantire il rispetto dei diritti umani e il diritto alla vita per tutti i popoli.
Il corteo non è stato solo una protesta, ma un’espressione di speranza in un futuro più giusto e pacifico per la regione.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -