Un’esperienza indimenticabile ha segnato la giornata della squadra 100% Ugi Torino, un gruppo prezioso composto da giovani pazienti oncologici dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.
L’opportunità unica di vivere un evento sportivo di alto profilo al Centro Tecnico Federale di Coverciano ha rappresentato un’iniezione di energia e speranza per questi ragazzi, un momento di sospensione dalla routine ospedaliera e un’immersione in un mondo di valori condivisi.
Il programma, accuratamente studiato, ha iniziato con una visita al Museo del Calcio, un viaggio emozionante attraverso la storia di uno sport che appassiona e unisce.
Successivamente, i giovani atleti hanno partecipato al convegno “Si può sempre giocare a calcio”, un’occasione per ascoltare testimonianze significative e riflettere sul potere trasformativo dello sport, anche di fronte alle sfide più ardue.
Questo momento di confronto ha sottolineato come il calcio possa rappresentare un veicolo di resilienza, perseveranza e speranza, valori fondamentali per affrontare il percorso di cura.
Il pranzo ha offerto un’occasione di convivialità e scambio, seguito dalla parte più dinamica dell’evento: le partite amichevoli in campo.
La presenza di una rappresentativa dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio) e de La Mitica – Nazionale dei ragazzi guariti dalla leucemia e dei donatori di midollo – ha amplificato il significato dell’evento, creando un ponte tra passato, presente e futuro, tra chi ha affrontato la malattia e chi la combatte quotidianamente, tra chi ha donato una speranza concreta.
Il contesto emotivo è stato ulteriormente arricchito dalla partecipazione di figure di spicco nel mondo calcistico torinese: Silvano Benedetti, ex calciatore e dirigente del Torino, e Giancarlo Camolese, ex giocatore e allenatore granata, oggi vice-presidente dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio.
La loro presenza ha simboleggiato il sostegno e l’affetto del mondo del calcio verso i giovani pazienti e la loro famiglia, evidenziando come lo sport possa essere un potente strumento di inclusione e di supporto psicologico.
L’evento ha rappresentato non solo un’esperienza sportiva, ma un vero e proprio atto di speranza, un messaggio di ottimismo e un’occasione per celebrare la forza dello spirito umano.








