L’evoluzione del mio gioco, rispetto alla stagione precedente, è innegabile.
Rivedendomi in campo, constato un apporto più significativo e una qualità di esecuzione superiore.
Questa è una valutazione interna, un’autovalutazione che riflette un percorso di crescita continua.
L’auspicio è che la finale di domani rappresenti un’apice di eccellenza tennistica, un palcoscenico dove si possa ammirare uno spettacolo di altissimo livello.
Perché ciò avvenga, è imprescindibile che entrambi i contendenti si presentino in condizioni di forma ottimale, pronti a sprigionare il loro potenziale.
La sfida, allora, non sarà solo una competizione per il titolo, ma un vero e proprio confronto tra due realtà tennistiche in piena maturazione.
La vittoria non è l’unico obiettivo.
Desidero ardentemente che la partita sia intensa, emozionante, un duello che lasci un’impronta indelebile nella memoria degli appassionati.
Il gioco, la tecnica, la strategia, l’atletismo: tutto deve convergere in un’esperienza coinvolgente.
In un contesto del genere, l’esito finale sarà il naturale prodotto di un equilibrio precario, dove la superiorità tecnica e la resilienza mentale si fonderanno in un momento di verità.
Chiunque conquisti il trofeo, lo avrà fatto meritamente, dimostrando di aver saputo interpretare al meglio le sfide imposte dall’avversario e di aver superato i propri limiti.
Al di là del risultato, ciò che conta è la crescita, l’esperienza acquisita e la consapevolezza di aver contribuito a regalare un’emozionante conclusione a questa straordinaria edizione delle Atp Finals.
La partita è un viaggio, e il vero premio è la possibilità di condividere questo percorso con il pubblico e con i miei avversari.







