Quaranta anni. Un arco di tempo che, pur segnando un significativo distacco temporale, non riesce a lenire il dolore ancora vivo per la tragedia dell’Heysel, un evento che ha profondamente segnato il calcio europeo e la coscienza collettiva. La data del 29 maggio 1985 risuona ancora come un monito, un’eco di sofferenza che invita a riflettere sul fragile equilibrio tra la passione sportiva e la responsabilità individuale e sociale. Il ricordo delle 39 vittime, strappate alla vita in un contesto di violenza inaudita, non è solo un atto di pietà, ma un impegno a perpetuare una memoria che serva da fondamento per un futuro di rispetto e sicurezza negli stadi. La recente visita del Presidente della Figc, Gabriele Gravina, insieme a figure di spicco come Gianluigi Buffon e Luciano Spalletti, al Settore Z di Bruxelles, con la deposizione dei tre colori nazionali, rappresenta un gesto simbolico di raccoglimento e di rinnovato impegno.In questo quarantesimo anniversario, il Museo del Calcio di Coverciano si fa portavoce di un’iniziativa complessa e articolata, volta a tramandare la memoria e a stimolare una riflessione profonda. L’esposizione di un video prodotto dall’associazione dei familiari delle vittime, testimonianza diretta e toccante, costituisce un punto di partenza cruciale. L’incontro “Heysel 40 anni dopo. Il valore della memoria” coinvolge figure istituzionali e rappresentanti dei familiari, unendo voci e prospettive per offrire una narrazione completa e multiforme. La mostra fotografica di Salvatore Giglio, testimone oculare di quei drammatici eventi, offre un’angolazione unica e potente. Le immagini, cariche di pathos e di verità, non solo documentano la tragedia, ma sollecitano una profonda riflessione sulla fragilità umana e sulla necessità di prevenire simili eventi. L’aggiunta di immagini proiettate a rotazione amplifica l’impatto emotivo e favorisce una maggiore immersione nella testimonianza.Ma l’iniziativa si distingue per l’inclusione di una generazione futura. La partecipazione degli studenti del liceo sportivo ‘Galileo Galilei’ di Dolo, con il loro lavoro sulla corretta condotta negli stadi, rappresenta un investimento nel futuro. La loro riflessione, guidata da docenti esperti, affronta la questione cruciale dell’educazione, proponendo strategie concrete per prevenire la violenza e promuovere un ambiente sportivo sicuro e rispettoso. Questo approccio pedagogico sottolinea come la consapevolezza e la responsabilità individuale siano elementi fondamentali per onorare la memoria delle vittime e garantire un futuro di sportività e sicurezza. La tragedia dell’Heysel non deve essere relegata a un capitolo del passato, ma deve costituire un catalizzatore per un cambiamento culturale profondo e duraturo.
Heysel, 40 anni: Memoria, Dolore e Impegno per il Futuro.
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