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giovedì 13 Novembre 2025

Luporini e Scanagatta: tennis, numeri e un tocco di Gaber

Il tennis, per Lorenzo Luporini, non è un semplice interesse, ma una passione visceralmente radicata, paragonabile a un’esperienza formativa inevitabile come la varicella: meglio affrontarla in tenera età.
Luporini, autore e divulgatore, attivo nella Fondazione Giorgio Gaber e impegnato a veicolare l’eredità culturale del nonno nelle scuole, si ritrova a interpretare un ruolo unico e stimolante: quello di “commentatore inconsueto” nell’ambito delle ATP Finals, evento promosso da Intesa Sanpaolo.
Questo ruolo peculiare lo vede affiancare un pilastro del giornalismo tennistico, Ubaldo Scanagatta, in un format che fonde rigore tecnico e leggerezza narrativa.
Lontano dalla pomposità di una preparazione accademica, la sua preparazione si basa su un’autentica curiosità e un profondo rispetto per la complessità del gioco, unito alla gioia di poter condividere la sua passione con un esperto come Scanagatta.

Luporini, noto anche per i suoi ironici reel sui social media, dove offre consigli arguti su come simulare la lettura di libri per ottenere consensi sociali, applica la stessa strategia di apparente erudizione anche al mondo del tennis, ma con un approccio più consapevole e meno artificioso.

Il suo primo suggerimento per i non addetti ai lavori è focalizzarsi sulle percentuali, in particolare quelle relative al servizio.
Citare statistiche sulla percentuale di prime palle messe in campo può dare l’impressione di una conoscenza approfondita del gioco, un vero e proprio “marchio di intenditore”.
Tuttavia, Luporini precisa che questa è solo una delle chiavi di lettura, invitando a non farsi ingannare dall’apparenza.

La velocità del servizio, spesso esaltata dai numeri televisivi, non è un indicatore assoluto di efficacia.

Un servizio potente non sempre equivale a un servizio ben piazzato o difficile da gestire.

È fondamentale, quindi, andare oltre la superficialità delle cifre e considerare la strategia, la varietà e la precisione.
Infine, e con un tocco di acume sociale, Luporini sottolinea un aspetto spesso trascurato: l’esistenza del tennis femminile.

Menzionare nomi come Iga Swiatek o Aryna Sabalenka, affiancandoli a quelli dei grandi protagonisti maschili come Alcaraz o Sinner, non solo dimostra una conoscenza enciclopedica del tennis, ma rivela anche una sensibilità culturale che va oltre i confini del genere e della competizione.
Un vero intenditore, secondo Luporini, è colui che sa apprezzare l’eccellenza in tutte le sue forme, senza pregiudizi o limitazioni.
La sua “strategia” non è tanto quella di apparire più esperti, ma di celebrare la ricchezza e la complessità di uno sport universale.

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