Il futuro del tennis italiano, specchio di un potenziale inespresso, è intrinsecamente legato a un ripensamento strategico degli investimenti infrastrutturali.
Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP, ha sollevato, dalle Finals di Torino, un campanello d’allarme urgente, delineando una dicotomia che definisce la situazione attuale: da un lato, una forza sportiva di riconosciuto valore a livello globale; dall’altro, una vulnerabilità strutturale che richiede un’iniezione massiccia di risorse.
La questione non è meramente contingente, ma riflette una realtà consolidata nel panorama internazionale.
Grandi Slam come Roland Garros, Wimbledon e Australian Open hanno intrapreso percorsi di sviluppo basati su investimenti di portata plurimiliardaria, comprendendo che la qualità delle strutture è un fattore determinante per attrarre talenti, generare entusiasmo e garantire una fruizione ottimale dello sport.
Un esempio lampante è il Saudi Masters 1000, con un impegno finanziario di 2,5 miliardi di euro, cifra che testimonia l’ambizione e l’importanza strategica attribuita al tennis a livello globale.
L’impegno richiesto non può essere sostenuto esclusivamente da fonti private.
La chiave per una crescita sostenibile e duratura del tennis italiano risiede nel sostegno diretto e consistente del governo.
La priorità deve essere data al supporto della Federazione Italiana Tennis, fornendole le risorse necessarie per la costruzione e la modernizzazione di impianti sportivi adeguati agli standard internazionali.
Questa non è una richiesta di favoritismi, ma un investimento nel patrimonio sportivo nazionale, in grado di generare benefici economici e sociali di vasta portata.
La possibilità di spostare le ATP Finals all’estero rappresenta un segnale di allarme, un monito che sottolinea la delicatezza della situazione.
La decisione finale dipenderà dalla capacità della Federazione di onorare gli impegni contrattuali, un onere che si fa insostenibile senza un adeguato supporto finanziario.
La volontà di mantenere le Finals in Italia è forte, ma la sua concretizzazione passa attraverso un cambio di paradigma nell’approccio degli investimenti.
È fondamentale comprendere che il tennis non è solo uno sport, ma un veicolo di promozione del Made in Italy, un catalizzatore di turismo e un potente strumento di sviluppo del territorio.
Investire nelle infrastrutture tennistiche significa investire nel futuro del Paese, creando opportunità per giovani atleti, generando posti di lavoro e rafforzando l’immagine dell’Italia nel mondo.
Si tratta di un’opportunità da non perdere, un’occasione per elevare il tennis italiano al livello di eccellenza che gli compete.
La sfida è ambiziosa, ma il potenziale è enorme.







