La resilienza del corpo umano, capace di superare ostacoli e rigenerarsi anche a un’età in cui la fragilità sembra prevalere, si è manifestata con forza nella storia di Emilia, una centenaria che ha ritrovato la capacità di camminare dopo una frattura al femore destro.
Un evento purtroppo non raro in età avanzata, data la maggiore suscettibilità ossea e la tendenza a cadute accidentali, si è trasformato in un esempio di successo medico e di speranza per la longevità attiva.
L’intervento chirurgico, eseguito dalle equipe ortopediche e di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Moncalieri, ASL To5, provincia di Torino, ha richiesto una perizia tecnica elevata.
L’utilizzo di un chiodo endomidollare, una procedura specialistica volta a stabilizzare la frattura e favorire la guarigione, testimonia la complessità dell’intervento e l’impegno dei professionisti coinvolti.
Il decorso post-operatorio regolare, un indicatore cruciale per il successo dell’intervento, e l’attuale fase di riabilitazione domiciliare, seguita con dedizione dal personale dell’ASL, sono elementi che confermano la buona risposta dell’organismo all’intervento.
Questo caso, che trascende la mera risoluzione di una frattura, solleva interrogativi significativi sul potenziale della medicina geriatrica e sulla possibilità di preservare l’autonomia e la qualità della vita negli anziani.
L’età cronologica non deve essere percepita come un limite invalicabile, ma come una sfida da affrontare con competenze specialistiche e un approccio olistico che tenga conto non solo degli aspetti clinici, ma anche dei fattori psicologici e sociali.
“La storia di Emilia è un potente messaggio di speranza,” sottolinea il Dottor Luigi Conforti, direttore della Struttura complessa di Ortopedia e Traumatologia aziendale, “dimostrando che anche a cento anni è possibile affrontare interventi ortopedici complessi e recuperare la mobilità in modo autonomo.
” Questa affermazione evidenzia un cambiamento di paradigma nell’approccio alla cura degli anziani, spostando l’attenzione dalla gestione delle patologie alla promozione del benessere e dell’indipendenza.
Il successo di questa operazione è frutto di una sinergia perfetta tra diverse figure professionali: ortopedici esperti nella gestione delle fratture complesse, anestesisti in grado di gestire le problematiche legate all’età avanzata e fisioterapisti dedicati alla riabilitazione post-operatoria.
Un lavoro di squadra che si fonda su una solida base di competenza clinica, esperienza consolidata e un’attenzione umana profonda, elementi imprescindibili per garantire ai pazienti la migliore qualità di vita possibile.
Il gesto di ringraziamento di Emilia, rivolto ai medici, agli infermieri e ai fisioterapisti, testimonia l’importanza del rapporto umano nella cura della persona, un elemento spesso sottovalutato ma fondamentale per favorire la fiducia, la collaborazione e il benessere emotivo del paziente.
La sua storia incarna un inno alla vita e alla capacità di superare le avversità, ricordandoci che la speranza e la resilienza possono fiorire anche nei momenti più difficili.







