La possibile acquisizione di una quota significativa di Italdesign da parte di UST Global, multinazionale di servizi IT con radici indiane e forte presenza internazionale, sta generando un delicato confronto tra azienda, sindacati italiani e tedeschi (IG Metall) presso lo stabilimento di Moncalieri.
Questa operazione, potenzialmente trasformativa per il futuro dell’azienda torinese, è attualmente in una fase di valutazione cruciale, con decisioni definitive attese dai consigli di sorveglianza di Audi e Volkswagen, le entità che attualmente controllano Italdesign.L’interesse di UST Global riflette la crescente importanza strategica del design automobilistico nell’era della mobilità connessa e dei veicoli elettrici.
Italdesign, con la sua eredità di innovazione e competenza nel design industriale, rappresenta un asset prezioso per un’azienda come UST Global, che mira ad ampliare la sua offerta di servizi integrati nel settore automotive.
Tuttavia, l’operazione solleva interrogativi e preoccupazioni che vanno al di là della semplice transizione di proprietà.
I sindacati, in particolare, monitorano attentamente le implicazioni per l’occupazione e per il mantenimento del patrimonio di competenze specialistiche che contraddistinguono Italdesign. L’incertezza legata alla possibile acquisizione si aggiunge al rischio, già esistente, di tagli al personale previsti da Volkswagen, che potrebbero gravare sull’azienda anche in caso di mancata cessione.
La Fiom torinese, rappresentata da Gianni Mannori, sottolinea l’importanza di un approccio collaborativo e trasparente, chiedendo alle istituzioni di vigilare attivamente e di garantire che qualsiasi decisione presa tenga conto non solo degli aspetti economici, ma anche della salvaguardia del know-how distintivo di Italdesign e della tutela dei diritti dei lavoratori.
L’obiettivo primario è preservare il valore del design italiano e il ruolo chiave di Italdesign nell’innovazione tecnologica e stilistica del settore automotive globale.
La discussione si configura quindi come un delicato equilibrio tra opportunità di crescita e necessità di tutelare un patrimonio industriale e umano di inestimabile valore.






