domenica 21 Settembre 2025
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Comune di Moncalieri

‘Ndrangheta a Torino: il Comune chiede 100.000 euro di risarcimento.

Il Comune di Torino ha formalizzato una richiesta di risarcimento danni da 100.000 euro all’interno del complesso processo “Factotum”, una vertenza giudiziaria che scava nei tentacoli della ‘ndrangheta nel territorio torinese.

L’udienza odierna vede coinvolti cinque imputati, figure emblematiche al centro di un’inchiesta che rivela intrecci inattesi tra passato politico militante e successivo coinvolgimento in attività criminali organizzate.

Tra gli imputati, spicca la figura di Francesco D’Onofrio, un nome che evoca un’epoca di militanza in organizzazioni di estrema sinistra, in particolare nella Colp (organizzazione rivoluzionaria).

L’evoluzione della sua traiettoria personale, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, lo ha poi condotto ad assumere ruoli di primo piano all’interno della criminalità organizzata nel Torinese, un passaggio che solleva interrogativi sulla permeabilità tra ideologie radicali e dinamiche mafiose.
Accanto a D’Onofrio, figura anche Domenico Ceravolo, ex sindacalista della Filca Cisl, la cui posizione suggerisce un’infiltrazione capillare della ‘ndrangheta all’interno di istituzioni e realtà sociali apparentemente estranee ai suoi interessi.
Il processo Factotum è il coronamento di un’articolata indagine condotta dal Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata (Gico) della Guardia di Finanza, sotto la direzione della Distintura Antimafia e Antiterrorismo (DDA).

L’inchiesta ha messo in luce presunte ramificazioni della ‘ndrangheta nelle aree di Moncalieri e Carmagnola, svelandone una presenza più radicata e diversificata di quanto precedentemente ipotizzato.

Si tratta di una strategia di espansione che non si limita alla mera attività di controllo del territorio, ma mira a infiltrarsi in settori economici e sociali, sfruttando debolezze strutturali e relazioni di potere preesistenti.

La costituzione di parte civile del Comune di Torino, insieme al sindacato e alla Regione Piemonte, testimonia la gravità percepita dei reati contestati e l’impatto negativo sull’intera comunità.
La richiesta di risarcimento danni non è solo una pretesa economica, ma anche un atto simbolico volto a riaffermare i valori della legalità e a recuperare la fiducia dei cittadini, che hanno subito danni morali e materiali a causa delle attività illecite.

L’ammontare richiesto, seppur significativo, riflette la complessità del danno arrecato, che va ben oltre la mera perdita economica, abbracciando la compromissione del tessuto sociale e la perdita di opportunità di sviluppo legale e sostenibile.
Il processo Factotum si configura dunque come un banco di prova cruciale per l’azione di contrasto alla ‘ndrangheta, un’occasione per ricostruire un quadro chiaro delle sue strategie e per rafforzare i meccanismi di prevenzione e repressione.

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