19 marzo 2025 – 10:40
Nell’autunno del 2023, Paolo Silletti, 33 anni, si trovò immerso in un vortice di minacce e disperazione provocate dalla sua giovane moglie egiziana, Morsy Noura Said Saad Mohamed. La donna, con solo 28 anni, aveva preso la decisione di allontanarsi da Santeramo insieme alla loro bambina di due anni, utilizzando come strumento il ricatto emotivo: “Se non mi mandi i soldi non vedrai più tua figlia”, era uno dei messaggi che lo tormentavano quotidianamente.Paolo lottava con tutte le sue forze per trovare una soluzione pacifica a questa situazione drammatica. Oltre a cedere alle richieste economiche della moglie, cercava aiuto legale e consigli per proteggere la propria figlia e garantirle un futuro sereno. Tuttavia, il peso delle minacce e degli abusi subiti lo portò al limite della disperazione.Il 10 aprile del 2024, Paolo prese una decisione estrema: si tolse la vita gettandosi dal balcone di casa. La Procura di Bari sospettava che il gesto estremo fosse stato causato dai maltrattamenti inflitti dalla moglie. Quest’ultima fu chiamata a rispondere delle proprie azioni davanti al giudice per l’udienza preliminare.Ora la vicenda si sarebbe svolta in Tribunale, dove i genitori di Paolo avrebbero agito come parte civile insieme alla nipotina ormai cresciuta a 5 anni. Il giudice Alfredo Ferraro nominò un curatore speciale per proteggere gli interessi legali della bambina poiché la madre era sotto accusa.Se Morsy dovesse essere rinviata a giudizio o condannata tramite rito abbreviato, si aprirebbero nuove questioni riguardanti la potestà genitoriale sulla piccola. I nonni materni della bimba potrebbero ergersi a difensori dei suoi diritti nel complicato scenario giuridico che si prospettava davanti a loro.
