Il neonato trovato morto nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista di Bari era vittima di grave trascuratezza e maltrattamenti, un caso di child neglect che ha scosso profondamente la comunità. Le indagini condotte sull’autopsia hanno rivelato dettagli agghiaccianti: il bimbo, un maschietto di soli 3-4 settimane, pesava appena 2 chili e 800 grammi, evidenziando una situazione di estrema denutrizione e disidratazione.Le circostanze che hanno portato alla sua tragica fine sono ancora avvolte dal mistero: si ipotizza che il neonato sia stato partorito al di fuori delle strutture ospedaliere, suggerendo un contesto di nascita clandestina e pericolosa. La mancanza di cure adeguate e l’assenza di monitoraggio da parte delle autorità competenti hanno contribuito alla drammatica conclusione della vita del piccolo.Le lesioni superficiali alle caviglie del neonato potrebbero essere state causate da parassiti cutanei, segno evidente della scarsa igiene e cura a cui era sottoposto. L’ipotesi che il bambino sia stato lasciato nella culla termica fino alla morte fa emergere un quadro inquietante di abbandono e indifferenza nei suoi confronti.È fondamentale che giustizia venga fatta per questo innocente essere umano, affinché casi simili possano essere prevenuti in futuro e le responsabilità vengano individuate e punite con fermezza. La società nel suo complesso deve riflettere su come proteggere i più vulnerabili e garantire loro un ambiente sicuro e amorevole in cui crescere felici e protetti.
Tragedia nella culla termica: neonato vittima di trascuratezza e maltrattamenti
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