06 marzo 2025 – 10:34
Dopo un lungo periodo di turbolenze interne, il partito meloniano in Sicilia si trova ad affrontare una profonda trasformazione. Le dimissioni dei dirigenti, caduti uno dopo l’altro come foglie d’autunno da ottobre a oggi, hanno portato Giorgia Meloni a prendere in mano le redini del partito nell’isola, affidando il compito al suo fedele luogotenente Luca Sbardella. Questo segna la fine di una divisione che vedeva la Sicilia con due coordinamenti separati, uno per la parte orientale e uno per quella occidentale dell’isola.La leadership catanese rappresentata dai ministri Nello Musumeci e Adolfo Urso insieme al presidente del Senato Ignazio La Russa ha perso terreno, mentre quella palermitana rimane legata indissolubilmente a Meloni. L’aria tesa tra i Fratelli di Sicilia era evidente già da tempo, culminando in situazioni imbarazzanti come la sala semivuota durante un evento a Brucoli organizzato dall’ex vicecapogruppo Manlio Messina.Lo scandalo che ha coinvolto il consigliere regionale Carlo Auteri ha sollevato ulteriori dubbi sulla gestione interna del partito, con sospetti su contributi diretti verso strutture imprenditoriali legate alla politica. Anche il vicepresidente della commissione Bilancio alla Camera, Luca Cannata, è stato coinvolto in accuse di richieste di denaro per la gestione del partito nella provincia di Siracusa.Le tensioni interne nel partito sono arrivate a livelli critici, con reciproche accuse che hanno minato la fiducia all’interno della formazione politica. L’insofferenza generale per la situazione in Sicilia è diventata palpabile fino alla decisione finale di nominare Sbardella come nuovo coordinatore regionale. Questo ha rappresentato un duro colpo per Messina, che ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di vice capogruppo.