Un atto di inaccettabile violenza ha colpito Elisa Dossi, giornalista di Rainews24 e cronista trentina, mentre svolgeva il proprio dovere professionale all’esterno dello stadio di Udine.
L’aggressione, perpetrata da un gruppo di attivisti pro-Palestina durante la partita Italia-Israele, ha visto la giornalista ferita da una pietra, un episodio che scuote profondamente la comunità giornalistica e solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza e la libertà di stampa.
Il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, con la massima preoccupazione e indignazione, condanna con fermezza questo vile gesto, che non solo ha leso l’incolumità fisica di Elisa Dossi, ma ha tentato, in maniera vigliacca, di intimidire l’esercizio del diritto all’informazione.
Si tratta di un attacco diretto non solo alla professione giornalistica, ma a un principio cardine della democrazia: la possibilità di riferire liberamente e in sicurezza, anche in contesti di forte tensione emotiva e politica.
L’incidente evidenzia una pericolosa escalation nella conflittualità che spesso accompagna eventi sportivi di rilevanza internazionale, e, più in generale, riflette una crescente intolleranza verso chiunque svolga un ruolo di cronista e testimone.
La possibilità di esprimere dissenso è un diritto inviolabile, ma la violenza, in qualsiasi forma essa si manifesti, non può mai essere una risposta legittima.
Il tentativo di silenziare una voce attraverso l’aggressione fisica rappresenta una chiara minaccia alla libertà di espressione, un valore imprescindibile per una società pluralista e democratica.
Il Sindacato ribadisce la sua totale vicinanza a Elisa Dossi, auspicandole una rapida e completa guarigione, sia fisica che psicologica.
Al contempo, chiede con urgenza che le autorità competenti conducano un’indagine approfondita per identificare e assicurare alla giustizia i responsabili di questo atto deplorevole.
È imperativo che la giustizia faccia il suo corso per inviare un chiaro messaggio: la violenza contro i giornalisti non resterà impunita.
Questa vicenda pone una questione cruciale: la necessità di garantire misure di protezione adeguate per i giornalisti che operano in contesti potenzialmente pericolosi.
Il Sindacato si impegna a collaborare con le istituzioni e le forze dell’ordine per promuovere iniziative volte a tutelare la sicurezza dei professionisti dell’informazione, affinché possano continuare a svolgere il proprio lavoro in libertà e senza timori.
La salvaguardia della libertà di stampa è una responsabilità condivisa, un dovere civico che riguarda l’intera società.