martedì 9 Settembre 2025
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Allarme Alpi: l’Elitaxi minaccia il patrimonio UNESCO

L’emergenza che si profila sulle montagne italiane, e in particolare sulle Dolomiti, patrimonio UNESCO, va ben oltre il mero problema del “turismo del selfie”, fenomeno già di per sé sintomatico di una ridefinizione dei rapporti tra uomo e natura.
Si aggiunge, con toni allarmanti, l’irruzione di un nuovo modello di fruizione del territorio alpino: l’elitaxi, ovvero il trasporto turistico in elicottero, spesso rivolto a zone di elevata quota, se non direttamente a cime impervie.
Il Club Alpino Italiano (CAI) del Veneto ha sollevato la questione, evidenziando un’escalation di comportamenti che rischiano di compromettere l’integrità di un ambiente fragile e di un paesaggio di inestimabile valore.
L’ultimo episodio, reso noto dal CAI, ha visto due alpinisti, impegnati nella scalata della ‘Torre Trieste’ nel gruppo del Civetta, testimoniare l’atterraggio di un elicottero che ha imbarcato venti turisti, i quali si sono successivamente lanciati in parapendio o con tute alari.
Questa dinamica, purtroppo, non è un caso isolato.
Il CAI denuncia una trasformazione delle Alpi in veri e propri “palcoscenici” di un turismo elitaristico, caratterizzato da un impatto ambientale considerevole e spesso inaccettabile.

L’uso indiscriminato di elicotteri per agevolare l’accesso a punti panoramici non solo genera disturbo alla fauna selvatica e degrado del suolo, ma contribuisce anche a una banalizzazione dell’esperienza montana, riducendola a una mera questione di spettacolo e performance.

Il problema non è semplicemente legato al numero di visitatori, ma al *tipo* di fruizione che viene promosso.

L’elitaxi, infatti, tende a concentrare i flussi turistici in aree particolarmente sensibili, aggravando il rischio di erosione, inquinamento acustico e perdita di biodiversità.

Inoltre, l’immagine di un turista che si lancia dal cielo con un paracadute o una tuta alare contrasta violentemente con i valori di rispetto, prudenza e conoscenza che tradizionalmente caratterizzano la cultura alpina.

Il CAI Veneto, consapevole della gravità della situazione, ritiene indispensabile l’intervento normativo a livello regionale.
In assenza di una regolamentazione nazionale, la responsabilità di disciplinare l’attività di volo in montagna ricade sulle Regioni.

Il Consiglio Regionale è chiamato ad agire con urgenza, definendo criteri stringenti per l’autorizzazione dei voli turistici, tenendo conto non solo degli aspetti economici, ma soprattutto della tutela ambientale e della sicurezza pubblica.

La sfida è complessa e richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo le istituzioni, ma anche gli operatori turistici, le comunità locali e i singoli cittadini.
È necessario promuovere un modello di turismo più consapevole e responsabile, che valorizzi le risorse naturali e culturali delle montagne, senza comprometterne la sostenibilità nel tempo.
In definitiva, si tratta di preservare l’anima autentica delle Alpi, restituendole alla loro dimensione originaria di luogo di incontro tra uomo e natura, di silenzio e di contemplazione.

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