La montagna italiana, scrigno di bellezza e sfida, sta affrontando una crescente emergenza: un aumento preoccupante di incidenti che mettono a dura prova i soccorsi e, soprattutto, mettono a rischio la vita di escursionisti e appassionati.
I dati, analizzati durante il Festivalmeteorologia a Rovereto, dipingono un quadro allarmante, con quasi tre decessi al giorno sulle nostre cime tra il 21 giugno e il 23 luglio del 2024, un’incidenza che suggerisce una tendenza in crescita.
L’analisi delle cause rivela un quadro complesso, ma una verità emerge con chiarezza: la scarsa preparazione e la sottovalutazione dei rischi, responsabili di oltre il 26% degli interventi di soccorso, rappresentano il nodo cruciale da affrontare.
Non si tratta solo di mancanza di esperienza tecnica, ma di una comprensione superficiale della montagna come ambiente dinamico e potenzialmente pericoloso.
Bruno Bevilacqua, dirigente del Servizio Prevenzione rischi e Cue della Provincia autonoma di Trento, ha sottolineato come gli incidenti siano spesso il risultato di scelte inappropriate nell’abbigliamento, disattenzioni elementari o una valutazione inadeguata delle condizioni meteorologiche.
La montagna non è uno spazio esente da pericoli, ma un ecosistema complesso che richiede rispetto, conoscenza e prudenza.
La discussione, animata da un panel di esperti che include Maurizio Dellantonio (Soccorso alpino), Andrea Piazza (Meteotrentino), Cristian Ferrari (SAT), Chiara De Pol (Trentino Marketing) e Rubino De Paolis (CAI), ha evidenziato la necessità di un approccio integrato che coinvolga formazione, cultura della sicurezza e prevenzione.
L’aumento degli interventi di soccorso, come osservato da Dellantonio, è in parte legato all’incremento del numero di frequentatori della montagna, ma ciò non giustifica la superficialità e l’improvvisazione che spesso si riscontrano.
La meteorologia in montagna è un fattore critico.
Andrea Piazza ha spiegato come i temporali, frequenti (un giorno su due) e difficili da prevedere con precisione, rappresentino una minaccia costante.
L’affidamento esclusivo alle applicazioni meteorologiche è un errore; è essenziale imparare a interpretare i radar in tempo reale e a comprendere le dinamiche atmosferiche locali.
Questo richiede un investimento nella formazione e una maggiore consapevolezza dei rischi.
Oltre alla formazione specifica, è fondamentale promuovere una cultura della prudenza e del rispetto per l’ambiente montano.
Questo implica non solo acquisire competenze tecniche, ma anche sviluppare un atteggiamento di responsabilità e consapevolezza, che porti a pianificare attentamente ogni escursione, a valutare le proprie capacità e a non sottovalutare mai i pericoli.
Il Tavolo Prudenza in montagna di Trentino Marketing, insieme alle associazioni di categoria come SAT e CAI, sta lavorando per diffondere questi principi e per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della sicurezza in montagna.
La montagna non è un luogo da conquistare, ma un ambiente da conoscere e apprezzare in modo responsabile.
La sicurezza non è una questione di fortuna, ma il risultato di una preparazione adeguata e di un atteggiamento di prudenza e rispetto.
Solo così potremo continuare a godere delle sue innumerevoli bellezze, evitando tragedie evitabili.
L’obiettivo non è quello di scoraggiare la fruizione della montagna, ma di renderla sicura e accessibile a tutti, promuovendo una cultura della sicurezza e della responsabilità condivisa.








