L’Alto Adige, nel 2024, si presenta come un territorio di apparente prosperità, testimoniato da tassi di occupazione ai massimi storici, superiori alle 230.000 unità. Tuttavia, questa facciata nasconde una realtà complessa e stratificata, che emerge con chiarezza dall’analisi dei servizi offerti dalla Caritas. L’istituzione registra un incremento significativo di persone in difficoltà, un campanello d’allarme che suona dissonante rispetto ai dati economici positivi. Circa 30.000 individui hanno richiesto l’assistenza della Caritas, non solo per ricevere aiuto concreto, ma anche per offrire il proprio contributo come volontari, evidenziando un tessuto sociale che, pur segnato da fragilità, mantiene viva la solidarietà.La precarietà del lavoro, pur in un contesto di piena occupazione, è un elemento cruciale. Oltre il 28% dei contratti stipulati sono a tempo determinato, un dato particolarmente rilevante nel settore turistico, trainante dell’economia locale ma anche fonte di instabilità per molti lavoratori. Si osserva inoltre una significativa dipendenza dalle assunzioni di forza lavoro straniera, mentre i residenti con difficoltà di inserimento professionale faticano ad accedere al mercato del lavoro. Questa dinamica solleva interrogativi sulla distribuzione delle opportunità e sulla necessità di politiche più mirate per favorire l’inclusione lavorativa.La direttrice della Caritas, Beatrix Mairhofer, sottolinea con forza la carenza abitativa cronica, un ostacolo insormontabile anche per chi ha un impiego regolare. Questa situazione contribuisce a generare stress e incertezza, rendendo difficile la costruzione di una vita stabile e duratura. La Caritas stessa ha garantito alloggio a oltre 1.000 persone, tra cui numerose famiglie monogenitoriali, spesso costrette a rinunciare a opportunità lavorative per la mancanza di servizi di assistenza all’infanzia adeguati.L’inflazione, persistentemente superiore alla media nazionale, erge un muro contro il benessere economico delle famiglie, erodendo il potere d’acquisto e accentuando le disuguaglianze. Il costo della vita, già elevato, grava pesantemente sui salari relativamente bassi, spingendo sempre più persone a ricorrere ai servizi di ascolto, consulenza sul debito e distribuzione di pasti. L’accesso a cure mediche essenziali, in particolare odontoiatriche, si fa sempre più difficile, un problema affrontato con la campagna di sensibilizzazione “La povertà è più vicina di quanto pensi”, che ha colto nel segno, sottolineando come la privazione economica possa precipitare in un circolo vizioso di malattia e impoverimento.Un elemento particolarmente allarmante è l’aumento dei disturbi psicologici, che si manifesta con una crescente richiesta di supporto da parte di anziani e, in modo significativo, di uomini. La consulenza psicologica per uomini ha registrato un incremento superiore al 44%, con una prevalenza di individui tra i 40 e i 59 anni, alle prese con crisi esistenziali, difficoltà relazionali e separazioni. L’intensa attività del servizio di sostegno telefonico, che ha gestito 11.500 conversazioni, conferma la pervasività di solitudine e problematiche psichiche. L’ampliamento dell’offerta con la consulenza via chat dimostra la volontà di abbattere le barriere all’accesso ai servizi di supporto psicologico.Oltre alle difficoltà economiche e psicologiche, l’inefficienza della burocrazia e la crescente digitalizzazione dei servizi pubblici rappresentano ulteriori ostacoli per l’integrazione sociale e l’accesso ai diritti. I lunghi tempi di attesa e la complessità dei processi amministrativi disorientano e frustrano i cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili. La sfida per il futuro è quella di creare un sistema più equo, inclusivo e accessibile, in grado di rispondere concretamente alle esigenze di tutti i residenti, senza lasciare indietro nessuno.
Alto Adige: prosperità apparente, fragilità nascoste
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