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Bolzano 1964: il dolore e il ricordo della tragedia della funicolare.

Il ricordo di Lisbona, con la sua tragica eco, ha risvegliato nella memoria dei bolzanini più maturi un capitolo doloroso della storia locale: la catastrofe della funicolare che univa Bolzano a Soprabolzano, un evento che, quasi sessant’anni or sono, il 3 dicembre 1964, lasciò un segno indelebile nella comunità.

L’orario, le 8:40, è impresso nella memoria collettiva, così come il luogo: un tratto di binario nei pressi di Santa Maddalena di Sopra, dove il locomotore, trascinando un vagone carico di circa cento passeggeri, deragliò con conseguenze devastanti, precipitando in una scarpata.
La notizia si propagò rapidamente, alimentata dalle grida d’aiuto dei contadini che lavoravano nei vigneti circostanti, i primi testimoni diretti dell’orrore.

La scena che seguì fu un intreccio di disperazione e immediato soccorso.

La popolazione locale, mobilitandosi con straordinaria prontezza, offrì il proprio aiuto, manifestando una resilienza tipicamente alpina.

Testimonianze, come quelle rilasciate da Josef Eder, sopravvissuto all’incidente e riproposte sul Dolomiten, narrano di gesti di umanità spontanea: donne che strappavano lenzuola per confezionare bende improvvisate, per tamponare le ferite e lenire il dolore dei feriti.
L’incidente non fu solo una tragedia personale per le famiglie delle vittime, ma anche una sfida per l’intera regione.

La funicolare rappresentava un’arteria vitale, un collegamento essenziale per la vasta area del Renon, un territorio economicamente dipendente dal capoluogo e dalle sue attività.

Interrompere il servizio avrebbe comportato un isolamento quasi insostenibile per le comunità montane, con ripercussioni significative sull’economia e sulla vita quotidiana.
Per questo motivo, nonostante il lutto e la necessità di indagini approfondite sulle cause del disastro, la funicolare fu rimessa in funzione in tempi relativamente brevi.
Tuttavia, l’evento funse da catalizzatore per una riflessione più ampia sulla sicurezza e sull’efficienza dei trasporti pubblici in montagna.
Solo due anni dopo, nel 1966, la funicolare fu progressivamente dismessa, sostituita da una moderna funivia, simbolo di una nuova era di progressi tecnologici e di una maggiore attenzione alla sicurezza dei passeggeri.
La memoria del 1964, pur accompagnata dal dolore, stimolò quindi un’evoluzione cruciale per il territorio, che guardava al futuro con rinnovata consapevolezza.
Il ricordo di quel giorno rimane una testimonianza tangibile della fragilità umana, della forza della comunità e della capacità di trasformare la tragedia in opportunità di progresso.

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