Nel corso di un’operazione transnazionale che ha coinvolto la Polizia di Stato e le autorità austriache, due cittadini georgiani, M.A., 43 anni, e M.N., 37 anni, sono stati arrestati a Bolzano in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso in ambito Schengen. L’accusa nei loro confronti è di concorso in furto in abitazione, un crimine commesso in Austria e che ha comportato un danno patrimoniale stimato in oltre 150.000 euro.La vicenda si dipana in un contesto di crescente complessità legata ai flussi migratori e alla gestione delle protezioni internazionali. I due soggetti, richiedenti protezione internazionale, erano giunti in Austria dove la donna aveva trovato impiego come collaboratrice domestica all’interno di un’agiata famiglia della regione della Stiria. L’ambiente apparentemente sicuro e protetto del domicilio facoltoso si è rivelato terreno fertile per un piano criminale premeditato, orchestrato con la complicità del marito.Le indagini, condotte meticolosamente dalla Squadra Mobile della Questura di Bolzano in collaborazione con le autorità austriache, hanno ricostruito una dinamica che evidenzia non solo l’audacia dei responsabili, ma anche le potenziali vulnerabilità esistenti in ambiti di fiducia e assistenza. L’accumulo di beni e denaro sottratti, per un valore ingente, testimonia una pianificazione accurata e un’azione deliberata.L’individuazione dei due soggetti è avvenuta in un’area periferica della stazione ferroviaria di Bolzano, dove si trovavano in condizioni di precariezza abitativa. L’arresto è stato immediato e, a seguito della formalizzazione della procedura, i due sono stati trasferiti rispettivamente nelle strutture carcerarie di Bolzano e Venezia, in attesa di ulteriori determinazioni giudiziarie.La Corte d’Appello ha convalidato l’arresto, segnando un passo cruciale nel processo di estradizione verso l’Austria, dove dovranno rispondere delle accuse. L’udienza per l’estradizione è stata fissata a breve termine, sottolineando l’urgenza di garantire l’applicazione della legge e il ripristino dell’ordine giuridico violato.Questo caso solleva interrogativi più ampi relativi alla verifica dei precedenti penali dei richiedenti protezione internazionale, alla gestione dei flussi migratori e alla necessità di rafforzare i controlli a tutela della sicurezza e del patrimonio delle famiglie austriache. L’evento rappresenta un monito per le istituzioni e la società civile, invitando a un approccio più consapevole e proattivo nella prevenzione e repressione di reati che ledono la fiducia e la sicurezza dei cittadini. La vicenda si configura come un caso emblematico che interseca temi di protezione internazionale, criminalità transnazionale e responsabilità individuale, richiedendo un’analisi approfondita e soluzioni innovative per affrontare le sfide del futuro.
Bolzano, arrestati due georgiani: furto in Austria da 150.000€
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