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Bracconaggio in Alto Adige: Arrestato per la morte di un lupo e reati ambientali

L’escalation della pressione anti-bracconaggio nel territorio provinciale di Bolzano, orchestrata congiuntamente dal Corpo Forestale e dalle forze dell’Arma dei Carabinieri, si è intensificata a seguito di un atto di profanazione che ha colpito il Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies.
La scoperta di un lupo, esemplare chiave nell’ecosistema alpino, brutalmente abbattuto e spogliato delle sue parti più significative – testa, zampe e coda – per una probabile macabra esposizione come trofeo, ha rappresentato una cesura inquietante, un segnale di una criminalità organizzata e premeditata che minaccia la biodiversità locale.

L’episodio ha innescato un immediato rafforzamento dei sistemi di sorveglianza notturna, passando da controlli standard a una strategia di indagine mirata che ha portato al deferimento di un individuo residente nella Val Badia.
L’arresto è stato cruciale: l’uomo è stato trovato in possesso illegale di componenti di armi da fuoco, un chiaro indizio di una rete più ampia di attività illecite, e il suo coinvolgimento in atti di bracconaggio è al momento oggetto di accertamenti approfonditi.
La perquisizione dei mezzi e delle proprietà dell’indagato ha rivelato un arsenale impressionante, composto da armi sofisticate pronte all’uso, silenziatori e ottiche specializzate per la visione termica e notturna – strumenti che testimoniano una preparazione meticolosa e risorse economiche considerevoli.

La scoperta di tre gracchi alpini, specie protetta, recentemente abbattuti e conservati in una stalla, unitamente a pelli di ungulati recanti ferite coerenti con i calibri delle armi sequestrate, ha ampliato significativamente l’ambito delle accuse, suggerendo un quadro di caccia illegale sistematica e su larga scala, che mira a diverse specie protette.
Il ritrovamento della carcassa del lupo, avvenuto lo scorso settembre e segnalato attraverso un’email anonima, ha preceduto di fatto questa escalation, innescando la necessità di una maggiore vigilanza.
La segnalazione, pur non direttamente collegata al caso di bracconaggio per cui l’uomo è stato deferito, ha catalizzato l’incremento delle attività di controllo che hanno poi portato alla luce la rete criminale.

L’analisi della carcassa, condotta dall’Istituto zooprofilattico di Bolzano, fornirà informazioni preziose sulle cause della morte e potrà contribuire a ricostruire la dinamica dell’evento.

L’evento sottolinea la necessità di un approccio multidisciplinare e coordinato per contrastare efficacemente il bracconaggio, coinvolgendo non solo le forze dell’ordine, ma anche la comunità scientifica, le associazioni ambientaliste e la popolazione locale, per promuovere una cultura del rispetto per la fauna selvatica e la conservazione del patrimonio naturale alpino.

Le indagini sono in corso e si prospettano ulteriori sviluppi per identificare eventuali complici e smantellare completamente la struttura criminale responsabile di questi atti gravissimi.

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