martedì 19 Agosto 2025
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Caprioli e Agricoltura: Salvati 2318 Piccoli, un Modello di Coesistenza

La crescente interazione tra fauna selvatica e attività agricole, un fenomeno sempre più marcato nelle aree rurali, pone sfide complesse che richiedono soluzioni collaborative e innovative.
Un esempio emblematico è rappresentato dalla vulnerabilità dei piccoli di capriolo, spesso vittime di incidenti legati alla manutenzione dei prati, con conseguenze non solo tragiche per gli animali stessi, ma anche potenzialmente pericolose per la produzione zootecnica.
La presenza di carcasse in stato di decomposizione nel foraggio insilato può introdurre agenti patogeni e tossine, compromettendo la salute del bestiame e la sicurezza alimentare.

Consapevoli di questa problematica, un’eterogenea rete di attori – comprendente comunità venatorie, rappresentanti del settore agricolo, associazioni ambientaliste, enti di protezione animale, amministrazioni provinciali e circoli di cacciatori – si è unita per dare vita a un progetto di salvataggio dedicato ai capriletti.

Questa iniziativa, nata dalla necessità di conciliare la tutela della biodiversità con le esigenze produttive, si basa su un approccio multidisciplinare che combina competenze tecniche, conoscenza del territorio e sensibilità ecologica.

Il cuore del progetto risiede in un’attività di perlustrazione sistematica dei prati, condotta da un numero sempre maggiore di volontari.

Nel corso del 2025, quasi mille persone hanno dedicato settimane di lavoro per scandagliare attentamente le aree destinate alla fienagione, anticipando le operazioni di falciatura e individuando i nidi di caprioli.
L’impegno di questi volontari si è tradotto in risultati tangibili: la salvaguardia di 2.318 piccoli, un dato che testimonia l’efficacia dell’azione coordinata.
Tuttavia, il progetto va oltre la semplice operazione di soccorso.

Esso rappresenta un modello di gestione del territorio che promuove la coesistenza tra uomo e natura, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione della fauna selvatica e stimolando lo sviluppo di pratiche agricole più sostenibili.

L’iniziativa pone anche l’accento sull’importanza della prevenzione, incoraggiando l’adozione di tecniche di manutenzione dei prati che minimizzino l’impatto sulla fauna, come la falciatura a spighe o la delimitazione delle aree di nidificazione.
Inoltre, si sta valutando l’introduzione di sistemi di monitoraggio tecnologico, come droni dotati di sensori termici, per localizzare i nidi in modo più rapido ed efficiente.

La sostenibilità del progetto, a lungo termine, dipende dalla capacità di coinvolgere attivamente le comunità locali e di garantire un costante flusso di risorse finanziarie e umane.

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