mercoledì 3 Settembre 2025
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Cartelli tedeschi in Alto Adige: un equilibrio fragile da difendere.

La recente segnalazione di cartelli esplicitamente in tedesco in aree montane altoatesine solleva una questione ben più complessa di una semplice disattenzione amministrativa.
L’episodio, documentato con precisione dagli esponenti del CAI e di Fratelli d’Italia, si configura come un sintomo di un’incrinatura, seppur apparentemente marginale, di un equilibrio delicatissimo, costruito nel tempo e cruciale per l’identità e la prosperità della provincia autonoma di Bolzano.

Al di là delle implicazioni legali e formali, la questione va analizzata nel contesto storico e culturale dell’Alto Adige, un territorio che ha saputo, con non poche difficoltà e compromessi, evolvere da una regione a prevalenza germanofona a una comunità bilingue e plurale.

Il bilinguismo, qui, non rappresenta un mero obbligo legislativo o una convenienza turistica, bensì un pilastro fondamentale dell’autonomia speciale, una condizione imprescindibile per la convivenza pacifica e per la garanzia dei diritti di tutte le componenti linguistiche.
L’impiego esclusivo del tedesco nella segnaletica escursionistica, in particolare, crea una barriera non solo per i turisti italiani, ma anche per una significativa porzione della popolazione locale, che si sente così esclusa da un servizio pubblico finanziato con le tasse di tutti.
Questa esclusione, apparentemente minore, rischia di erodere la fiducia nelle istituzioni e di alimentare tensioni latenti, compromettendo la coesione sociale.

Il problema non si esaurisce nella sfera linguistica.

La chiarezza e l’univocità delle indicazioni sui sentieri montani sono fattori cruciali per la sicurezza degli escursionisti.
In un ambiente potenzialmente pericoloso come la montagna, un cartello incomprensibile può avere conseguenze drammatiche.

Un’indicazione ambigua, o assente, può disorientare, allontanare dai percorsi tracciati e mettere a rischio la vita delle persone.

È doveroso sottolineare che l’Alto Adige si presenta come meta turistica di primaria importanza, accogliendo ogni anno milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.
L’immagine di una regione che non rispetta i diritti linguistici dei propri cittadini e dei propri ospiti danneggia l’economia locale e mina la reputazione dell’intera provincia.

La promessa di un confronto diretto con il Presidente Kompatscher da parte del vicepresidente Galateo, esponente di Fratelli d’Italia, evidenzia la gravità percepita della questione e la volontà di trovare una soluzione rapida ed efficace.

Si tratta di riaffermare un principio fondamentale: il bilinguismo deve essere non solo garantito, ma anche vissuto e percepito come un valore aggiunto, un elemento distintivo dell’identità altoatesina, un fattore di accoglienza e di sviluppo sostenibile.
L’equilibrio fragile, ma vitale, dell’Alto Adige, richiede un costante impegno a favorire la comprensione reciproca, il rispetto delle diversità e la costruzione di una comunità inclusiva e prospera per tutti.

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