La comunità di Curon Venosta è addolorata e scossa dalla perdita di Moritz Gerstl, spirato in seguito alle conseguenze dell’incidente che lo ha visto involontariamente sott’acqua nella piscina comunale, un impianto inaugurato da poco.
La Procura della Repubblica, originariamente impegnata in un’indagine per lesioni personali, ha ora inequivocabilmente modificato l’ipotesi di reato in omicidio colposo, un cambiamento drastico che riflette la gravità delle circostanze e la tragica conclusione.
Il fascicolo giudiziario, ora più complesso e articolato, include i nomi di figure chiave direttamente o indirettamente coinvolte nella gestione e nella sorveglianza della struttura: la funzionaria comunale che si è occupata dell’implementazione e della supervisione della piscina, il bagnino incaricato della sicurezza degli utenti, la madre del bambino e la zia, presenti al momento dell’evento che ha portato alla sua scomparsa.
L’iscrizione nel registro delle indagini, seppur presuntiva, sottolinea la necessità di un’analisi approfondita delle responsabilità individuali e degli eventuali fattori contributivi che hanno portato alla tragedia.
L’accusa, in questa fase preliminare, dovrà dimostrare la sussistenza di negligenza, imprudenza o imperizia da parte dei soggetti indagati, elementi cruciali per configurare il reato di omicidio colposo.
La Procura, nel suo intento di ricostruire l’esatta dinamica degli eventi, ha disposto una perizia medico-legale, un’autopsia completa sul corpo del piccolo Moritz, che si terrà nelle prossime ore.
L’esame autoptico è fondamentale non solo per stabilire con certezza la causa del decesso, escludendo ipotesi di patologie preesistenti, ma anche per determinare il tempo esatto in cui è sopraggiunta la morte, informazioni preziose per l’indagine.
Oltre all’autopsia, la Procura potrebbe disporre ulteriori perizie tecniche sulla piscina stessa, verificando la conformità alle normative di sicurezza, l’efficienza dei sistemi di salvataggio e l’adeguatezza dei protocolli di sorveglianza.
Si preannuncia un’indagine complessa, che dovrà tenere conto non solo degli aspetti tecnici, ma anche di quelli procedurali e gestionali.
La comunità, nel frattempo, è in lutto e attende risposte chiare e definitive per comprendere come una tragedia di questa portata potesse verificarsi in un contesto apparentemente sicuro e dedicato al divertimento e al benessere dei bambini.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità collettiva e sull’importanza di garantire la massima sicurezza in ogni struttura adibita all’attività ricreativa e all’uso pubblico.








