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Dolomiti, Seceda: Accesso a Fasce Orarie per Turismo Sostenibile

La questione dell’accesso sostenibile alle Dolomiti, e in particolare al versante del Seceda in Val Gardena, si configura come una sfida complessa che trascende la mera gestione del flusso turistico.

A seguito delle forti contestazioni emerse durante la scorsa stagione estiva, legate all’introduzione a pagamento del sentiero, si prospetta per il 2026 un radicale ripensamento delle modalità di accesso, ispirato ai sistemi di controllo utilizzati in ambito museale: la prenotazione di fasce orarie dedicate.

L’iniziativa, riportata dal Dolomiten, fa seguito all’istituzione di un tavolo di lavoro promossa dall’assessore provinciale al turismo Luis Walcher, volto a mitigare gli effetti dell’eccessivo afflusso turistico, un fenomeno noto come *overtourism*, che mette a dura prova l’ambiente e la qualità della vita delle comunità locali.

L’obiettivo non è solo quello di regolare la frequenza dei visitatori, ma anche di incentivare un turismo più consapevole e responsabile, che tenga conto del delicato equilibrio tra sviluppo economico e tutela del patrimonio naturale e culturale.
La proposta concreta prevede l’utilizzo di piattaforme digitali – smartphone o computer – per la prenotazione di finestre orarie di accesso.

In caso di esaurimento dei posti disponibili per una determinata fascia, il turista sarà invitato a scegliere un’alternativa, favorendo una distribuzione più uniforme del flusso durante l’arco della giornata.

Questo approccio, sebbene apparentemente restrittivo, si pone come tentativo di conciliare l’accessibilità con la salvaguardia delle risorse.

Non si escludono, inoltre, meccanismi di tariffazione dinamica, con prezzi più elevati per l’utilizzo delle funivie durante le ore di maggiore affluenza, un modello già ampiamente adottato nel settore aereo.

Al contrario, l’accesso nelle prime ore del mattino, nel tardo pomeriggio o in condizioni meteorologiche avverse dovrebbe essere incentivato con tariffe più contenute, promuovendo una fruizione del territorio meno intensiva e più rispettosa.

Un elemento cruciale da monitorare è la posizione dei proprietari dell’alpeggio, i quali potrebbero mantenere in vigore il sistema di pedaggio attualmente in atto, pari a 5 euro per persona.

La loro adesione o meno a un sistema più ampio di gestione degli accessi, finalizzato alla sostenibilità, avrà un impatto significativo sulla praticabilità e l’accettabilità delle nuove misure.
La sfida, quindi, non è semplicemente tecnica, ma implica un dialogo costruttivo tra tutti gli stakeholder, al fine di trovare una soluzione condivisa che preservi la bellezza e l’autenticità delle Dolomiti per le generazioni future, mitigando al contempo le tensioni generate da un turismo in crescita esponenziale.

L’esperienza del Seceda si pone come caso studio rilevante per l’intero arco alpino, un laboratorio di soluzioni per un turismo più equo e sostenibile.

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