Il crescente afflusso di motoveicoli, vetture sportive e, in particolare, i raduni motorizzati che attraversano i passi dolomitici, ha raggiunto un punto di rottura, rendendo la situazione insostenibile.
Questo fenomeno non si limita a generare congestione stradale, ma produce un impatto negativo multidimensionale che incide profondamente sul tessuto sociale, ambientale ed economico delle valli alpini.
Il rumore assordante, l’inquinamento atmosferico e la percezione di un degrado generalizzato compromettono irrimediabilmente l’identità stessa delle Dolomiti, un territorio storicamente percepito e promosso come destinazione ideale per un turismo sostenibile e orientato alla mobilità dolce, in primis ciclistica.
L’erosione di questa immagine contrasta dolorosamente con l’esperienza reale vissuta dai visitatori e, soprattutto, dagli abitanti delle valli.
Il divario tra la promessa di un’ospitalità rispettosa dell’ambiente e la realtà di un’invasione incontrollata genera frustrazione e risentimento, culminando in un’ondata di proteste che giunge quotidianamente alle orecchie degli amministratori locali.
La lettera dei sindaci di Badia, Corvara e La Val, indirizzata al Presidente della Provincia autonoma di Bolzano e al Commissario del Governo, è il sintomo di una crisi profonda, un grido d’allarme che esprime la disperazione di una comunità messa a dura prova.
La richiesta di una regolamentazione, se non di una limitazione mirata, del traffico motorizzato sui passi dolomitici non è un mero desiderio, ma una necessità imperativa per la salvaguardia del patrimonio culturale e paesaggistico.
L’auspicio di un intervento già nella primavera del 2026 riflette l’urgenza di affrontare un problema che si è aggravato esponenzialmente nel tempo.
Parallelamente, la gestione dei cantieri stradali rappresenta un’ulteriore fonte di irritazione.
La contemporanea esecuzione di lavori infrastrutturali e l’organizzazione di eventi di richiamo turistico, come la Maratona dles Dolomites, il Dolomites Bike Day e il Sellaronda Bike Day, creano un cortocircuito che amplifica le disagi e frustrazioni.
La proposta di concludere tutti gli interventi programmabili sulla rete viaria locale entro il 31 maggio di ogni anno non è un vincolo arbitrario, ma un segnale di rispetto verso la comunità e verso i visitatori che desiderano vivere un’esperienza autentica e appagante.
La cooperazione tra enti, amministrazioni, operatori turistici e residenti è imprescindibile per raggiungere questo obiettivo.
Una pianificazione strategica, condivisa e trasparente, è la chiave per armonizzare le esigenze di sviluppo infrastrutturale e di tutela ambientale, garantendo la sostenibilità a lungo termine di un’eccellenza turistica che merita di essere preservata con rigore, lungimiranza e un profondo senso di responsabilità.
In definitiva, si tratta di riconciliare la vocazione turistica delle Dolomiti con la qualità della vita di chi le abita, per restituire a questo straordinario paesaggio la serenità e l’armonia che lo contraddistinguono.