domenica 10 Agosto 2025
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Dolomiti UNESCO: tra fama globale e rischio di superficialità.

È tempo forse di interrogarsi seriamente sulla natura del riconoscimento UNESCO legato alle Dolomiti, non come un fallimento intrinseco, ma come catalizzatore di una dinamica complessa che rischia di erodere il valore stesso del territorio.

La suggestione lanciata da Osvaldo Finazzer, del Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici, non è un invito a rinunciare, bensì un campanello d’allarme sulla deriva superficiale che spesso accompagna la fama globale.
L’esempio del Lago Braies, trasformato in icona mediatica grazie alla serie “Un passo dal cielo”, è emblematico di un fenomeno più ampio che coinvolge luoghi di straordinaria bellezza come la Costiera Amalfitana o le Cinque Terre: un’iper-esposizione che sminuisce la profondità culturale e ambientale.
Il circolo vizioso è inequivocabile.
La serializzazione di un paesaggio attraverso i media genera una notorietà effimera, amplificata dall’immediatezza dei social media.

Questa visibilità, spesso priva di sostanza, attira flussi turistici incontrollati, alimentando un’ulteriore ondata di popolarità che, ironicamente, conduce a misure restrittive presentate come risposta all’overtourism.

L’immagine diventa più importante della realtà, la fotografia di rito prevale sull’esperienza autentica, la condivisione virtuale sostituisce l’immersione nel patrimonio locale.

Questa strategia di promozione turistica, focalizzata sull’apparenza e sull’impatto visivo, rivela una miopia strategica.

Favorisce un turismo occasionale, con soggiorni brevi e non pianificati, estraneo alle ricchezze culturali e ai servizi offerti dal territorio.
I visitatori si concentrano sulla riproduzione di un’immagine preconfezionata, piuttosto che sulla scoperta genuina del paesaggio, della storia, delle tradizioni e delle comunità che lo abitano.
Si tratta di un turismo di “facciata”, che non contribuisce in modo significativo all’economia locale né alla conservazione del patrimonio.
L’istituzione Dolomiti UNESCO e il lavoro incessante delle comunità locali meritano un approccio più attento e lungimirante.
La sfida non è negare il valore del riconoscimento UNESCO, ma ridefinire le modalità di gestione del turismo, promuovendo un’immagine più complessa e sfaccettata delle Dolomiti, che valorizzi la loro unicità storica, culturale e ambientale.

Si tratta di passare da un turismo di massa, guidato da logiche di spettacolo, a un turismo sostenibile, che rispetti l’ambiente, sostenga le economie locali e promuova un’esperienza autentica per i visitatori.

L’assessore provinciale Mattia Gottardi, con la sua pronta reazione, sottolinea l’importanza di non cadere in semplificazioni e di preservare l’impegno profuso per la tutela del territorio.
La discussione è aperta e richiede un confronto costruttivo tra tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni alle associazioni di categoria, dalle comunità locali agli operatori turistici, al fine di costruire un futuro turistico più responsabile e in armonia con le peculiarità delle Dolomiti.
Il vero obiettivo deve essere quello di proteggere non solo l’immagine, ma l’anima di questo straordinario paesaggio.

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