Durante una recente escursione sulle maestose Dolomiti di Brenta, una gita che avrebbe dovuto essere un’esperienza immersiva nella bellezza alpina, si è verificato un episodio che solleva importanti riflessioni sulla regolamentazione delle attività escursionistiche in alta montagna e sulla sicurezza dei partecipanti.
Un gruppo di undici escursionisti, provenienti da Bologna e guidati da una figura che si presentava come accompagnatore, si è inoltrato lungo il sentiero 318 della SAT (Società Alpinistica Trentina), con destinazione il Rifugio Brentei, presso Madonna di Campiglio.
L’evento, apparentemente ordinario, ha preso una svolta inaspettata quando una squadra di soccorso alpino dei Carabinieri, impegnata in una routine di controllo volta a monitorare la conformità delle attività in alta quota, ha rilevato una grave irregolarità.
L’accompagnatore, che si presumeva avesse la competenza e le qualifiche necessarie per guidare un gruppo di escursionisti in un ambiente montano tanto impegnativo, non possedeva l’abilitazione di Accompagnatore di Media Montagna, un titolo rilasciato dalle Province dopo un percorso di formazione specialistica e il superamento di prove teorico-pratiche.
La mancata verifica di tale titolo non è un mero dettaglio burocratico, ma un elemento cruciale per la sicurezza degli escursionisti.
L’Accompagnatore di Media Montagna possiede competenze specifiche in materia di tecniche di progressione in ambiente alpino, gestione del rischio valanghe, primo soccorso in montagna, meteorologia e orientamento, elementi indispensabili per affrontare le sfide poste da un territorio come quello delle Dolomiti, caratterizzato da sentieri esposti, condizioni meteorologiche variabili e potenziali pericoli oggettivi.
Le conseguenze dell’irregolarità non si sono limitate a una sanzione pecuniaria – 600 euro sia per la guida che per l’agenzia turistica di Bologna che aveva organizzato la gita – ma hanno evidenziato la necessità di un controllo più rigoroso e capillare delle attività escursionistiche in alta montagna.
Questo episodio sottolinea l’importanza che i potenziali partecipanti verifichino attentamente le credenziali degli accompagnatori e delle agenzie che propongono escursioni in ambiente alpino, assicurandosi che siano in possesso delle necessarie abilitazioni e certificazioni.
Il Comando provinciale dei Carabinieri di Trento ha annunciato che i controlli lungo i sentieri di alta montagna proseguiranno, con l’obiettivo di prevenire comportamenti pericolosi, scorretti e non conformi alla legge, garantendo così che tutti gli amanti della montagna possano godere di un periodo di vacanza in sicurezza e tranquillità.
La sicurezza in montagna non è solo una questione di preparazione fisica, ma anche e soprattutto di competenza tecnica e di rispetto delle normative vigenti.