Dal 15 al 19 settembre, le maestose vette del Catinaccio, estendendosi tra la valle di Ega, il Passo Costalunga e Moena, saranno teatro di un’intensa e complessa operazione di addestramento: l’esercitazione “Extreme Patrol”.
Questa manovra, concepita per affinare le competenze e la resilienza delle Truppe Alpine dell’Esercito Italiano, rappresenta un banco di prova cruciale per le unità, simulando scenari operativi reali in un ambiente alpino particolarmente impegnativo.
Dodici pattuglie, ciascuna composta da dieci alpini altamente specializzati, si immergeranno in un ciclo continuo di attività, operando sia durante le ore di luce che nelle ore notturne.
L’esercitazione non si limita a una semplice progressione a piedi; si tratta di una sfida olistica, progettata per testare i limiti fisici e mentali dei partecipanti.
Al centro dell’addestramento vi è la padronanza dell’autonomia logistica – la capacità di operare in completa indipendenza dalle risorse esterne, gestendo razioni, acqua e materiali essenziali – e la supremazia nella navigazione in terreni impervi, dove la precisione nella lettura della mappa e l’abilità nell’orientamento sono fondamentali per la sopravvivenza e il successo della missione.
La manovra include una vasta gamma di esercitazioni tattiche, focalizzate sullo sviluppo della capacità di superare ostacoli naturali – crepacci, pendii rocciosi, terreni instabili – con agilità e determinazione.
L’addestramento approfondisce la resistenza fisica, cruciale per affrontare lunghe marce in montagna con il peso dell’equipaggiamento (circa 30 chilogrammi per ogni militare), e la capacità di reagire prontamente in situazioni di emergenza.
Elemento chiave è la formazione avanzata nel ricognizione, sia statica che dinamica, per acquisire informazioni sull’ambiente circostante e anticipare potenziali minacce.
In caso di ferimento, le pattuglie saranno chiamate a mettere in pratica procedure di stabilizzazione, trattamento e trasporto del ferito, fondamentali in un contesto dove l’accesso all’assistenza medica è limitato.
Il guado di un lago, simulazione di un ostacolo idrografico, richiederà coordinazione, coraggio e capacità di adattamento.
Per supportare l’efficacia dell’addestramento e garantire la sicurezza delle operazioni, saranno impiegati droni da ricognizione, in grado di fornire immagini e informazioni in tempo reale, e sofisticate reti di telecomunicazione basate su apparati satellitari, capaci di mantenere la connessione anche in aree geograficamente isolate e tecnicamente complesse.
Durante le ore diurne, in una fascia compresa tra il Passo Costalunga e Moena, saranno uditi colpi a salve, deliberatamente distanziati dalle aree densamente popolate per minimizzare il disturbo alla popolazione civile.
Saranno inoltre eseguiti alcuni sorvoli di elicotteri, anch’essi programmati per ridurre al minimo l’impatto sulla quiete pubblica.
Le pattuglie partecipanti, provenienti da diverse unità della Brigata Alpina Taurinense (2/o, 3/o e 9/o reggimento alpini, Nizza cavalleria, 32/o reggimento genio guastatori, 1/o reggimento artiglieria terrestre da montagna) e dalla Brigata Alpina Julia (5/o, 7/o e 8/o reggimento alpini, 2/o reggimento genio guastatori, 3/o reggimento artiglieria terrestre da montagna, Piemonte cavalleria), sono supportate da una serie di assetti specializzati, tra cui il Centro Addestramento Alpino di Aosta, il 4/o reggimento Altair dell’Aviazione dell’Esercito, il 2/o reggimento trasmissioni alpino e il reggimento logistico Julia.
Questa articolata collaborazione testimonia l’importanza di un approccio integrato per la preparazione delle truppe alpine a fronteggiare le sfide del moderno scenario operativo.