giovedì 31 Luglio 2025
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Trento

Fratture in maggioranza a Trento: bilancio a rischio coesione.

La recente approvazione della manovra di bilancio della Provincia autonoma di Trento ha evidenziato una frattura latente all’interno della maggioranza, nonostante il voto favorevole espresso.

L’opposizione, rappresentata da Alleanza democratica autonomista – una coalizione eterogenea composta da Partito Democratico, Campobase, Avs e Casa Autonomia – ha espresso un dissenso significativo, manifestando la necessità impellente di riforme strutturali e sollevando interrogativi sull’effettiva coesione della coalizione governativa.

La divergenza di vedute si manifesta tra una componente orientata al compromesso e un’altra, guidata dal Presidente Maurizio Fugatti, che sembra propendere per un approccio più autoritario, configurandosi una dinamica che Francesco Valduga (Campobase), garante delle minoranze, definisce una compresenza di “due maggioranze distinte”.
Questa analisi trova eco nelle parole di Alessio Manica (PD), presidente del gruppo, e di Lucia Maestri (PD), che descrivono una situazione di “democrazia sotto pressione”.

Il voto contrario di Alleanza democratica autonomista non si limita a una mera opposizione formale, ma esprime una profonda critica al metodo utilizzato nella stesura del bilancio.

Francesco Valduga sottolinea come le scelte operate, in particolare per quanto riguarda la rigidità nell’allocazione delle risorse e le tempistiche stringenti, non riflettano una visione condivisa.

Il dibattito, acceso su temi sensibili come le borse di studio per infermieri e la situazione umanitaria a Gaza, ha messo in luce le divergenze ideologiche e le priorità contrastanti all’interno della Provincia.
Nonostante la delusione per alcuni temi “caduti sul campo di battaglia”, Manica evidenzia come la mediazione abbia portato a miglioramenti concreti in aree cruciali come la promozione della natalità, il sostegno alla genitorialità e l’attrattività del sistema sanitario.

Valduga pone l’accento sulla presenza, all’interno della maggioranza, di una corrente disposta al dialogo e alla costruzione di convergenze, auspicando che questo approccio possa essere esteso a future manovre.

L’auspicio non implica un’assimilazione o un appiattimento delle posizioni, né un’abbandono dei principi fondanti delle minoranze.
Si tratta, piuttosto, di creare uno spazio in cui le voci dissenzienti, convinte di poter contribuire a un miglioramento del bilancio, possano esprimersi e partecipare attivamente al processo decisionale, superando una logica di scontro e aprendo la strada a un governo più inclusivo e reattivo alle esigenze del territorio.
In definitiva, la vicenda della manovra di bilancio rappresenta un campanello d’allarme, che invita alla riflessione sull’importanza di un dialogo costruttivo e di una partecipazione attiva di tutte le forze politiche per garantire un’amministrazione efficiente e rappresentativa.

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