La vicenda che ha scosso la comunità di Bolzano nell’estate del 2022, con una serie di incendi boschivi che hanno minacciato l’ecosistema e la sicurezza della regione, si è conclusa con un patteggiamento.
Il giovane imputato, ventunenne e studente universitario, ha accettato una pena di due anni e quattro mesi, trasformata in 1.
700 ore di lavori di pubblica utilità, una scelta che riflette la complessità del caso e le valutazioni emerse nel corso del processo.
La decisione del giudice dell’udienza preliminare, Ivan Perathoner, è stata condizionata da diversi fattori, tra cui il risarcimento danni offerto dall’imputato in favore della Provincia autonoma e di un privato proprietario di terreno colpito dagli incendi.
Questo gesto, sebbene non esonera dalla responsabilità, ha contribuito a mitigare la severità della pena, riconoscendo una volontà di riparare, almeno in parte, il danno causato.
Il percorso giudiziario è stato particolarmente intricato a causa delle divergenti perizie psichiatriche.
Il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari, Fabio Bonadiman, ha confermato la capacità di intendere e volere del giovane al momento dei fatti, escludendo una compromissione psichiatrica significativa.
Tuttavia, le perizie dei consulenti nominati dalla Procura (Marco Samory) e dalla difesa (Alessia Ciccolini e Michele Piccolin) avevano espresso riserve, suggerendo una condizione di seminfermità mentale che avrebbe potuto influire sulla piena consapevolezza delle proprie azioni.
Questa discordanza ha reso particolarmente delicata la valutazione della responsabilità penale, sollevando interrogativi sulla misura in cui le condizioni psichiche del giovane abbiano contribuito alla commissione dei reati.
La decisione finale, pur riconoscendo la responsabilità dell’imputato, ha tenuto conto delle incertezze emersse dalle perizie psichiatriche, modulando la pena in modo da bilanciare la necessità di punizione con l’eventuale presenza di fattori attenuanti.
L’affidamento a lavori di pubblica utilità, invece della detenzione, rappresenta un’opportunità per il giovane di reinserirsi nella società, contribuendo attivamente alla comunità che ha danneggiato, e di riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni.
Il caso sottolinea, inoltre, la cruciale importanza delle perizie psichiatriche nei processi penali, soprattutto quando si tratta di reati che coinvolgono danni ambientali di vasta portata e che mettono a rischio la sicurezza collettiva.