Nel cuore delle Dolomiti, a Merano, si chiude un cerchio investigativo iniziato nove anni prima.
Un uomo di 34 anni, privo di fissa dimora e con precedenti penali, è stato recentemente accusato di aver perpetrato un furto particolarmente gravoso ad una ditta commerciale specializzata nel noleggio di attrezzature sportive, risalente al 2016.
L’evento, che aveva destato sconcerto nella comunità locale, aveva comportato la sottrazione di ingenti somme di denaro contante e materiale per un valore stimato di circa quattordicimila euro.
Le indagini iniziali, condotte dai Carabinieri, avevano immediatamente rilevato segni di effrazione all’ingresso del negozio, con evidenti tracce ematiche rinvenute nelle immediate vicinanze dell’infisso forzato.
Un dettaglio cruciale che suggeriva la presenza del responsabile sul luogo del crimine e la possibile lesione subita durante l’atto.
L’importanza di queste tracce biologiche si è rivelata determinante nell’evoluzione del caso.
Con meticolosità scientifica, il materiale biologico prelevato è stato trasmesso al R.
I.
S.
di Parma, laboratorio di riferimento nazionale per l’analisi del DNA.
L’esame genetico, condotto con le più avanzate tecniche di profilazione, ha permesso di isolare e confrontare il DNA estratto dalle tracce ematiche con i profili presenti nella Banca Dati del DNA, un archivio nazionale che raccoglie informazioni genetiche di persone con precedenti penali o coinvolte in indagini.
L’inclusione del profilo genetico del 34enne nella Banca Dati, avvenuta in tempi recenti, ha costituito il tassello mancante per risolvere il mistero.
La corrispondenza tra il DNA rinvenuto sulla scena del crimine e quello del sospettato, pur a distanza di anni, ha fornito una prova irrefutabile del suo coinvolgimento nel furto.
Questo episodio sottolinea l’importanza crescente dell’analisi del DNA nelle indagini criminali, evidenziando come anche tracce apparentemente insignificanti, a distanza di anni, possano fornire elementi decisivi per l’identificazione e l’incriminazione dei responsabili.
L’evento solleva inoltre interrogativi sulla gestione delle banche dati del DNA e sulla loro capacità di collegare eventi passati al presente, contribuendo alla ricerca della giustizia e alla sicurezza pubblica.








