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Linea Trento-Bassano riapre: torna il treno dopo le sfide infrastrutturali.

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Bolzano, inseguimento rocambolesco: giovane investe Carabinieri

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La scomparsa di Luca Di Biasi, a soli 60 anni, lascia un vuoto palpabile, soprattutto per chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e per coloro che hanno condiviso con lui il toccante percorso narrato nel documentario "Luca e...

Bilancio storico in Alto Adige: 8,8 miliardi per futuro e inclusione.

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Trentino: Rifiuti, un impegno programmatico all’avanguardia

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Bolzano: cambio al vertice, Cusumano a L’Aquila, Travaglini prefetto.

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Orsa morta in Val di Sole: indagini sul bracconaggio e preoccupazione.

Il ritrovamento di una pericolosa anomalia ecologica ha scosso la comunità montana della Bassa Val di Sole.

Ieri pomeriggio, un gruppo di escursionisti, percorrendo un sentiero in altura, si è imbattuto in una scena tragica: la carcassa di un’orsa adulta, un evento che solleva interrogativi profondi sullo stato di conservazione della fauna selvatica trentina e sulla complessità della coesistenza tra uomo e natura.
Immediatamente allertato, il Corpo forestale del Trentino ha prontamente risposto, adoperando le risorse necessarie per il recupero della carcassa, una procedura delicata che richiede competenza e rispetto per l’animale.
La salma è stata trasportata all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, un centro di eccellenza specializzato in analisi veterinarie e sanitarie, dove un team di esperti procederà con un’autopsia completa.

L’obiettivo primario è accertare le cause del decesso, un compito complesso che richiederà esami approfonditi per escludere o confermare sospetti di cause naturali, incidentali o, purtroppo, illecite.

L’evento non è privo di implicazioni emotive e legali.
Le associazioni animaliste, con LEAL in prima linea, esprimono profonda preoccupazione e richiedono accertamenti rigorosi e trasparenti.
Il presidente Gian Marco Prampolini sottolinea l’urgenza di un’indagine accurata, focalizzandosi sul sospetto, purtroppo plausibile, di bracconaggio.
Questa ipotesi, se confermata, rappresenterebbe una gravissima violazione della legge e un attacco diretto alla biodiversità del Trentino.
La vicenda solleva, inoltre, una riflessione più ampia sulla gestione della fauna selvatica in un territorio montano fragile e densamente popolato.

La presenza dell’orso bruno, reintrodotto con successo nel territorio trentino decenni fa, crea inevitabilmente conflitti di interesse con le attività umane, in particolare l’agricoltura e il turismo.
La coesistenza pacifica richiede un approccio integrato, che comprenda misure di prevenzione dei danni, programmi di sensibilizzazione della popolazione e un rigoroso controllo del territorio.
La trasparenza nell’acquisizione e divulgazione dei risultati dell’autopsia sarà fondamentale per ricostruire la dinamica dell’evento, informare adeguatamente la comunità e rafforzare la fiducia nelle istituzioni.

LEAL, in linea con il proprio impegno costante nella difesa dei diritti degli animali, si riserva di seguire da vicino l’evolversi delle indagini, offrendo supporto legale e tecnico per tutelare la fauna selvatica del Trentino e promuovere una cultura del rispetto e della sostenibilità ambientale.

La protezione dell’orso bruno, specie chiave per l’equilibrio dell’ecosistema alpino, è una responsabilità condivisa, un patrimonio da custodire con cura e determinazione.

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